Nella notte

Il terrorista di Berlino ucciso a Sesto durante una sparatoria con la polizia

Il terrorista di Berlino ucciso a Sesto durante una sparatoria con la polizia
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Era appena arrivato in Italia da Parigi, in treno. Ma in Francia nessuno l'ha fermato. Appena uscito dalla stazione a Sesto San Giovanni, in piazza I Maggio, invece, la polizia gli ha chiesto i documenti. Erano le 3 di stamattina. Lui, in tutta risposta, ha estratto una calibro 22 dallo zainetto e ha cominciato a sparare contro gli agenti della Volante. Era Anis Amri, un super latitante: l'attentatore di Berlino. Un agente in prova, con 9 mesi di servizio, lo ha ucciso. Prima di morire l'uomo avrebbe gridato «Allah Akbar!». Il poliziotto è rimasto ferito da un colpo della 22 alla spalla.

 

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Non è stata subito diffusa la notizia perché non si aveva la certezza sulla sua identità. Ma le impronte digitali e la misura del volto non ha lasciato dubbi. Amri, probabilmente, cercava un nascondiglio, forse aveva una rete in Italia. Dai biglietti nella sua tasca è stato ricostruito il tragitto ferroviario- L'uomo in treno aveva viaggiato da Chambery, in Savoia, fino a Torino. Da lì aveva raggiunto la stazione Centrale di Milano dove è arrivato all'una di notte. Infine, dalla stazione Centrale si è spostato a Sesto, dove intorno alle tre di notte ha incrociato gli agenti in pattuglia del commissariato locale.

Il Tir arriva da Cinisello. Ricordiamo che il Tir utilizzato per la strage era partito proprio dal nostro paese, da Cinisello Balsamo, a pochi chilometri dal luogo dove Amri è stato fermato ieri ed ucciso. Si cercano in queste ore possibili complici e fiancheggiatori del terrorista per capire come abbia fatto ad attraversare l'Europa pur essendo l'uomo più ricercato in assoluto e perché avesse scelto l'Italia come luogo di transito e rifugio.

Le parole del ministro. «Senza ombra di dubbio» l'uomo ucciso nella notte a Sesto è Amis Anri, presunto sospettato dell'attentato a Berlino. Lo ha detto il ministro Marco Minniti ricostruendo l'episodio durante una conferenza stampa. L'uomo fermato per un controllo «ha estratto senza esitazione» una pistola e ha sparato agli agenti, ferendone uno, mentre il collega ha risposto al fuoco uccidendolo. Minniti ha precisato che l'agente colpito è Cristian Morio non è in pericolo di vita.

Un passato in Italia. Il tunisino era arrivato nel 2011 a Lampedusa, poi era stato trasferito a Belpasso: in entrambi i centri di accoglienza si era fatto notare per aver appiccato dei roghi. Era finito in carcere per danneggiamenti, incendio, lesioni e minacce. Da Catania ad Enna. Da Sciacca ad Agrigento. Dal Pagliarelli all’Ucciardone di Palermo. Per quattro anni di fila, i quattro anni della condanna, ogni volta confermando comportamenti sospetti. Si è fatto notare anche per una minaccia a un detenuto di Agrigento, che si è sentito dire, in quanto cristiano: «Ti taglio la testa».

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