Ha convocato i politici

Il rettore dell'università di Bergamo: «Dateci le risorse che ci spettano»

Il rettore dell'università di Bergamo: «Dateci le risorse che ci spettano»
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«Vogliamo che l’università di Bergamo cresca sempre di più in qualità, vogliamo che il livello attuale, già buono, salga fino all’eccellenza e venga riconosciuto. Una delle più autorevoli riviste del settore Time Higher Education, inglese, ci ha collocati al 150esimo posto in Europa per la qualità de ll’insegnamento impartito nel nostro ateneo. Questo sulla base di appositi questionari – anonimi – che in tutte le università vengono compilati dagli studenti. La rivista segue un migliaio di università in Europa, le più rilevanti. È un risultato prestigioso. Ma se si considerassero anche i parametri interni... allora dal posto numero centocinquanta saliremmo al quindicesimo». Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’università di Bergamo, ha deciso che la musica deve cambiare, che la nostra istituzione deve compiere un ulteriore salto di qualità. Lo spiega in questo pomeriggio di luglio, nel suo studio di via Salvecchio, davanti a un bicchiere di acqua fresca.

Perché dice che saliremmo al quindicesimo posto?
«Perché queste classifiche non tengono conto della situazione interna dell’università, ma soltanto dei risultati».

Cioè?
«L’università di Bergamo è all’ultimo posto in Italia come numero di docenti e per il finanziamento. È una situazione che deve assolutamente cambiare affinché l’università di Bergamo cresca e arrivi ai primissimi posti in Europa».

 

 

Lei ha convocato una riunione con tutti i rappresentanti bergamaschi al Parlamento e al Consiglio Regionale, che cosa ha detto?
«Sì, un incontro che abbiamo avuto il 2 di luglio; ho aspettato che si facessero le elezioni e che si formasse il governo, che i ruoli fossero chiari. Ho scoperto che molti di loro si sono laureati nella nostra università... Ho detto loro che la situazione è insostenibile. Lo sa quanti docenti abbiamo all’università di Bergamo, tutta quanta? Trecento e trentasei. Di cui trenta sono ricercatori pagati con nostre risorse. Lo sa quanti docenti ha l’università di Brescia? 545. E noi abbiamo un numero di studenti superiore. La statistica del ministero è del 2016: allora noi avevamo 16mila e 715 studenti e loro 13 mila e 862. Adesso noi siamo 18 mila e 700».

E per quanto riguarda i finanziamenti?
«Siamo gli ultimi. Il ministero per ogni studente universitario italiano spende in media quattromila e duecento euro all’anno. All’università di Bergamo invece arrivano 2.541 euro per studente. Al l’università Iuav di Venezia vanno 6.707 euro per studente. A quella di Macerata 4.187 euro... tanto per fare due esempi».

 

 

Ma come si spiega questa situazione?
«Si spiega con il fatto che siamo sempre stati un’università virtuosa che ha sempre contenuto costi e personale e perché i finanziamenti, fino al 2014, erano legati alla vecchia serie storica del numero di studenti. Ma il fatto è che dopo il 2000 la nostra università è cresciuta molto e oggi non rappresenta più una piccola, ma una media università. Nel 2014 è stato aggiunto dal ministero un parametro che premia le università più virtuose, così abbiamo incrementato il finanziamento di circa il sette per cento, sei milioni di euro all’anno. Ma siamo sempre in fondo alla classifica: il nostro bilancio è di circa 90 milioni di euro l’anno, dallo Stato ne arriva la metà».

E quindi?
«Ne ho parlato con i nostri rappresentanti politici e mercoledì prossimo, 18 luglio, alle ore 10, sarò dal nuovo ministro alla pubblica istruzione e università, Marco Bussetti, e gli chiederò quello che ho già fatto presente ai due ultimi suoi predecessori: gli chiederò di darci quello che ci spetta perché la nostra università possa correre sempre più...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 luglio. In versione digitale, qui.

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