Da Messner ai costi

Everest, 10 cose che non si sanno

Everest, 10 cose che non si sanno
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La 72esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ha aperto i lavori con la proiezione di Everest, film il cui soggetto si basa su un saggio di Jon Krakauer, già autore di Into the Wild - Nelle terre selvagge. Nel cast figurano attori bravi e applauditi, come Jake Gyllenhaal, Keira Knightely, Robin Wright ed Emily Watson, mentre la colonna sonora è stata affidata a un italiano, Dario Marianelli. Tutti quelli che conoscono il film hanno dato dei pareri molto positivi, critici inclusi. Parrebbe proprio che non andare al cinema per vederlo sarebbe un vero peccato. Mr Colm Boohig, che lavora per un sito irlandese (l’appartenenza nazionale è esplicitata dal dominio .ie), ha pensato bene di cercare dieci fatti curiosi riguardo all’Everest, consigliando di leggerli prima della visione di Everest (il film). Potrebbe essere un modo utile per scoprire eventuali incongruenze da parte del regista, o un modo simpatico per fare un po’ i secchioni con gli amici.

 

 

  • La cima della montagna nepalese è pari all’altezza raggiunta da un aereo di linea, quando vola a velocità di crociera, e cioè 8 848 metri. Per avere un’idea precisa di cosa significhi trovarsi a otto mila metri e mezzo, provate a guardare dal finestrino quando siete su un aereo e potete slacciarvi la cintura, dopo il decollo.
  • L’uomo da cui l’Everest prende il nome non ha mai visto la cima del gigante di neve. Il gallese George Everest era stato nominato Cartografo generale della britannica India dal 1830 al 1843 e al suo ritiro il successore Andrew Scott Waugh volle rendergli omaggio attribuendo il suo cognome alla temuta montagna.
  • Ogni anno, da almeno cinque decenni, sull’Everest è morta almeno una persona. L’unica eccezione si è registrata nel 1977, quando non si è verificato alcun incidente.
  • Reinhold Messner ha compiuto, veramente, l’Impresa. Nel 1980 lo scalatore ha completato da solo l’ascesa della montagna, senza l’ausilio dell’ossigeno. Queste le parole di Messner: «Non sono altro che un singolo, stretto e ansimante polmone, che fluttua sopra la foschia e le vette».

 

 

  • Lassù i venti raggiungono le 200 miglia orarie. La loro forza risulta altrettanto letale della scarsità di ossigeno.
  • Il 10 percento di quelli che raggiungono la vetta muoiono. Perché non basta salire, bisogna anche scendere. Uno scalatore su dieci perde la vita sulla strada di ritorno. Ci sono circa 200 corpi disseminati sui versanti della montagna: una notizia che dovrebbe valere da deterrente per chi vuole tentare la salita senza essere più che preparato.
  • Nel 2011 è stato inviato il primo tweet dalla cima. Kenton Cool è riuscito a fare funzionare il cellulare e la connessione Internet. Comprendere come ci sia riuscito va oltre le nostre possibilità.
  • L’Everest è dieci volte più ampio della più grande creazione dell’uomo. Il Burj Khalifa di Dubai, che coi suoi 828 metri è il più grande grattacielo del mondo, è minuscolo in confronto alla montagna. L’attività tettonica della Terra, inoltre, la fa “crescere” di 4 mm ogni anno.

 

 

  • Babu Sherpa è lo scalatore che è rimasto per più tempo sulla cima dell’Everest, addirittura ventun ore. Nel 2001 è morto nel corso di un’altra spedizione, ma ciò che ha compiuto nel 1999 sarà ricordato per sempre.
  • Partire per una spedizione sull’Everest non è affatto economico. Si spendono mediamente 70 mila euro, con l’aggiunta di altri 5mila euro per i supplementi di ossigeno. Molto meglio fare i conti a casa, prima di prendere il volo.
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