Cambio al vertice del giornale

Ceresoli nuovo direttore de L'Eco

Ceresoli nuovo direttore de L'Eco
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Alberto Ceresoli è il nuovo direttore de L'Eco di Bergamo. Riceve il testimone da Giorgio Gandola che ha guidato il giornale dei bergamaschi per cinque anni. L'annuncio del cambio della guardia è stato dato questa mattina alla redazione dal direttore uscente, dopo che il Consiglio di amministrazione del Gruppo Sesaab si era riunito per ratificare la decisione dal vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, azionista di maggioranza della società, di cambiare rotta, riportando così un bergamasco al vertice de L'Eco. Della scelta di Ceresoli si parlava da tempo, una soluzione interna vista con favore dall'amministratore delegato, Massimo Cincera, uomo forte del Gruppo da quando la proprietà, ossia la diocesi, ha scelto di fare due passi indietro nella gestione editoriale del quotidiano di viale Papa Giovanni.

 

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Alberto Ceresoli, 54 anni, di Ponte San Pietro, sposato e padre di una figlia, è cresciuto professionalmente a L'Eco di Bergamo, sotto la guida sapiente di Renato Possenti, storico capocronista dell'era Spada. Partito come collaboratore dello sport, il nuovo direttore ha lavorato a lungo nella cronaca, ricoprendo diversi ruoli e specializzandosi in particolare sulla sanità. Ha poi guidato, con indiscutibile successo, la redazione web del quotidiano. Un anno fa era stato nominato vicedirettore con ampi poteri e la sua mano si era subito vista nelle pagine del giornale, rientrato passo dopo passo nella tradizione dopo un lungo periodo nel quale aveva imboccato strade inconsuete come il giustizialismo e uno stile più urlato. È probabile che la linea editoriale di Ceresoli sia quella già vista nell'ultimo periodo, improntata a equilibrio, prudenza, rispetto delle istituzioni e conservazione dello status quo.

 

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Non è facile l'eredità che Alberto Ceresoli si troverà sulle spalle. L'Eco di Bergamo è sempre (e per fortuna), il giornale di riferimento dei bergamaschi, una delle poche bandiere rimaste su un territorio che in poco tempo ha vissuto il trauma di aver perso due grandi banche e decine di industrie, prima fra le quali l'Italcementi. Anche per lo storico quotidiano, però, i tempi sono diventati duri e la caduta delle vendite in edicola registrata negli ultimi anni è lì a documentarlo. I dati recenti parlano di circa 39mila copie al giorno, quasi 20mila in meno rispetto a quelle vendute prima della crisi. La disaffezione di tanti abituali lettori e le nuove generazioni che prediligono veicoli più veloci ed essenziali per informarsi, pongono L'Eco - come tutti gli altri quotidiani - di fronte a una sfida storica. Una sfida che si gioca sia a livello della redazione, alle prese con una fase di radicale cambiamento della professione giornalistica, sia a livello di amministrazione del giornale, il cui indirizzo, sotto la gestione Cincera, è stato prevalentemente orientato alla riduzione dei costi.

A Ceresoli, al quale non mancano di certo l'esperienza e la professionalità, Bergamopost augura di saper affrontare con coraggio e determinazione questa grande responsabilità. Un ruolo, quello di direttore de L'Eco, bello e difficile. In bocca al lupo.

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