Tipo che mangia un miele sconosciuto

Curiosità e segreti di Nole Djokovic Il tennista numero uno al mondo

Curiosità e segreti di Nole Djokovic Il tennista numero uno al mondo
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Per anni è stato il migliore, ma solo dopo Roger Federer e Rafa Nadal. Il terzo incomodo, quello che ogni tanto vinceva qualcosa, ma a confronto dei due extraterrestri che lo precedevano nella classifica mondiale Atp si prendeva giusto le briciole. Poi, nel 2011, Novak Djokovic ha deciso che questo ruolo gli stava stretto e ha cambiato marcia. In quell’anno conquista ben tre titoli dello Slam, dopo il primo e unico fino ad allora vinto, l’Australian Open del 2008. Si ripete in Australia (dove poi vincerà anche nel 2012, nel 2013 e nel 2015), agli US Open e, soprattutto, a Wimbledon, vero tempio del tennis mondiale. Nei primi mesi di quell’incredibile annata, ottenne una striscia di 43 vittorie consecutive, interrotta solamente nella semifinale del Roland Garros, dove venne battuto da Roger Federer in quattro set. Poche settimane dopo, però, vincendo a Wibledon, divenne il venticinquesimo numero 1 al mondo della storia del tennis.

Proprio in questi giorni, Novak Djokovic si trova in Italia, precisamente a Roma, dove si sta disputando l’unico Master 1000 (montepremi complessivo da quasi 4 milioni di euro) italiano. Agli Internazionali BNL d’Italia, Djokovic arriva in condizioni di forma non perfette, ma dopo aver battuto nei primi due turni, non senza soffrire, Almagro e Bellucci, è ora approdato ai quarti, dove sfida il giapponese Nishikori. È lui, però, il più atteso del torneo. Business Insider l’ha inserito al nono posto nella classifica dei 50 atleti viventi più influenti e forti al mondo. Merito dell’incredibile score di 61 vittorie e appena 8 sconfitte con cui ha chiuso il 2014 e quello di 30 vittorie e 2 sconfitte con cui ha iniziato il 2015, anno in cui si è riconfermato miglior tennista al mondo, entrando al sesto posto della classifica di tutti i tempi dei giocatori che per più settimane consecutive hanno tenuto la prima posizione in classifica mondiale (sono oltre 142 settimane). Insomma, un talento vero. Ma anche un personaggio, in grado di coinvolgere e attrarre sponsor. Quali sono i segreti di questo fuoriclasse? Eccone alcuni, i più curiosi o simpatici. Ce ne sono di veramente strani.

 

Beve solo acqua tiepida

Un bel bicchiere di acqua fresca, soprattutto dopo uno sforzo fisico intenso, è il miglior toccasana per tanti atleti. Ma non per Novak, che ha dichiarato di bere sempre e solo acqua tiepida. In un libro, pubblicato nell’agosto 2013 (Serve to win), ha spiegato: «Bevo acqua calda perché l’acqua fredda rallenta la digestione e allontana il sangue da dove vorrei che sia nei miei muscoli».

 

Una dieta… particolare

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Pochi mesi prima di prendere il volo, nel 2011, Djokovic iniziò a escludere totalmente dalla propria dieta il glutine, a cui si scoprì intollerante. Ma smise di mangiare anche i latticini e alcuni tipi di pomodori. È “ghiotto” di frullati a base di proteine di pisello, avocado e burro di anacardi. È astemio (almeno durante i tornei), evita la caffeina e si rilassa con grandi tazze di tè alla liquirizia. Anche il cioccolato, per quanto sia da sempre una delle sue pietanze preferite, è assolutamente escluso dalla sua dieta quotidiana. Se ne è concesso un pezzettino, dopo un anno e mezzo di astinenza, soltanto dopo aver battuto Nadal nella finale dell’Australian Open 2012.

 

Mangia un miele sconosciuto

Ad ascoltare Novak, però, il suo vero segreto “nutrizionale” è il miele di Manuka, una varietà quasi sconosciuta nel mondo e proveniente dalla Nuova Zelanda. È prodotto dalle api che si nutrono negli alberi Manuka, da cui prende il nome, alberi talmente concentrati di proprietà energetiche da poter crescere anche in un terreno privo di nutrienti. Nole ne prende due cucchiaini ogni mattina e ne mangia un po’ anche durante i match. Un’abitudine quasi incomprensibile per un esperto del miele di Manuka come Peter Molan, professore di scienze biologiche presso l’Università neozelandese di Waikato, che spiega come le grandi proprietà antibatteriche di questo miele lo rendano perfetto per essere apposto sulle ferite, ma non da ingerire. Un altro alimento di cui invece si è cibato solo due volte nella vita, ma che spera di poter riassaggiare, è… l’erba di Wimbledon. Dopo le vittorie nel 2011 e nel 2014, Novak si accasciò al suolo e mangiò letteralmente dei fili di quell’erba intrisa di storia e successi di grandi campioni. «Il pasto migliore della mia vita» ha commentato l’anno scorso. «Sa di umido» disse invece 4 anni fa.

 

Il suo barboncino Pierre

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Dal 10 luglio 2014, Novak è il marito di Jelena Ristic, sua fidanzata sin dal 2005. Dal 21 ottobre scorso è anche padre del piccolo Stefan. Ma suo inseparabile compagno, di giochi e di viaggi, è il barboncino Pierre. Nel 2011, le guardie di Wimbledon non gli consentirono di portare con sé il cagnolino e una fonte raccontò al Telegraph: «Ogni momento libero lo usava per raggiungere Pierre. Era veramente giù di corda quando non era lì con lui. Per questo lo vive come un problema non poter portare con sé il suo cagnolino».

 

Quando gioca, parla da solo

Succede a tanti tennisti: essendo un gioco profondamente intimo, in cui prima che con l’avversario, la vera sfida è con sé stessi, molti giocatori parlano da soli. Ma Nole intrattiene vere e proprie discussioni con il proprio subconscio. Analizza i colpi, li commenta e, molte volte, si insulta. Talvolta, però, esagera, tanto che è capitato che, in serbo, se la prendesse anche con il pubblico. Più recentemente, durante il torneo di Miami, è stato un giovane raccattapalle la vittima di una sua sfuriata: Novak si girò verso di lui e tirò un urlo così forte da far spaventare il ragazzino. Dopo la partita gli chiese pubblicamente scusa.

 

Il suo piccolo rito

Nel libro già citato, Serve to win, Nole dichiara di non avere particolari riti scaramantici. Anzi, parlando di Rafa Nadal, che ne è invece pieno, dice: «Le sue abitudini non sono altro che una serie di tic nervosi e rituali superstiziosi». A dirla tutta, però, anche Nole ha il suo piccolo rito: prima di ogni servizio fa rimbalzare la pallina almeno due dozzine di volte. Un rituale che ha saputo limare negli anni, dopo che nel 2008, un suo avversario, infastidito da questa perdita di tempo, gli diede le spalle.

 

Il suo rapporto con gli avversari

In un ambiente competitivo come quello del tennis, non è facile farsi degli amici veri tra i colleghi e non litigare mai. Soprattutto quando competi con questi ogni giorno per essere il tennista più forte al mondo. A Djokovic, sin dagli inizi, è stato spesso rimproverato di fare “scena”, fingendo infortuni inesistenti, soprattutto nei momenti di difficoltà. L’intento, secondo gli avversari, sarebbe infastidirli e fermare il loro momento positivo. Nel 2008, ad esempio, fu l’americano Andy Roddick a stuzzicare Nole prima del match: «Ha un infortunio alla caviglia? Ma non erano tutte e due? E la schiena? E l'anca? E i crampi? E la tosse, l'influenza, l'aviaria, la SARS? O è veloce a chiamare il trainer o è il tennista più coraggioso di tutti i tempi. Fate voi». Nole non la prese benissimo e, dopo aver battuto Roddick, nell’intervista sul campo da gioco, davanti a un pubblico americano schierato con l’avversario, non si fece problemi a criticarlo. Nel 2013, Roddick ha ammesso che dopo quel match, negli spogliatoi, i due vennero quasi alle mani. Un altro tennista che ha accusato Djokovic di fare sceneggiate è stato Andy Murray. In realtà, spiega Nole, il suo tipo di tennis è anche molto fisico e comporta un gran dispendio di energie. Capita spesso, quindi, che abbia piccoli problemi fisici, magari dovuti anche alla stanchezza, poi facilmente superabili.

 

Sa essere un personaggio

Di questi tempi, essere un fuoriclasse nel rispettivo sport non comporta, automaticamente, la notorietà. Bisogna essere anche dei bravi venditori di sé stessi. E Djokovic è un meraviglioso businessman al riguardo. Il suo fare guascone, ma allo stesso tempo mai oltre le righe, lo rendono un personaggio anche fuori dal campo. Sa come imbonirsi la stampa (in molti casi ferma le conferenze stampa per distribuire cioccolatini ai presenti. «Una piccola mia tradizione» spiega), ma anche il pubblico: sono diventati mitici i siparietti in cui si lancia nelle imitazioni di tanti suoi colleghi, più o meno felici di essere al centro del suo “spettacolo”. Ha imitato Nadal, il suo allenatore Boris Becker, Serena Williams e Maria Sharapova, forse quest’ultima l’imitazione meglio riuscita. Tutto questo, naturalmente, l’ha reso un volto molto ambito anche da diversi sponsor.

 

La meditazione e la filosofia

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Djokovic ha anche una certa passione per la medicina orientale, la meditazione e la filosofia. Fa molto yoga, pratica il tai-chi, leggi libri di filosofia («Mi aiutano a riflette» spiega) e, soprattutto, da qualche anno s’è avvicinato a culture lontane. In Serve to win spiega che un ricercatore asiatico, un giorno, riempì due bicchieri di acqua e poi a uno attribuì energie positive (amore, gioia, felicità), all’altro invece energie negative (rabbia, paura, ostilità). Dopo alcuni giorni, l'acqua contenuta nel secondo bicchiere si era tinta di verde, mentre quella del primo era ancora chiara. «Sembra pazzesco, vero? - scrive Djokovic nel libro -. Ma per me, quest’esperienza è la prova che ogni singola cosa al mondo condivide lo stesso tipo di energia. Persone, animali, elementi. Ogni cosa». Djokovic è anche questo. Prendere o lasciare.

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