«A dir poco, geniale!»

C'è pure una firma bergamasca per il futuro ponte di Genova

C'è pure una firma bergamasca per il futuro ponte di Genova
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Il futuro ponte di Genova avrà una firma bergamasca? Potrebbe accadere se l’ipotesi che Beppe Grillo ha sponsorizzato con grande convinzione dovesse prevalere sul progetto di Renzo Piano, che di Grillo è pur un amico. L’architetto che si è fatto avanti con un’idea che è piaciuta molto al fondatore dei Cinque Stelle si chiama Stefano Giavazzi, bergamasco, classe 1970, socio dello studio F+G con sede in via Paleocapa. Il suo progetto ha fatto irruzione sul blog di Grillo domenica scorsa: «Guardate questo video (https://www.youtube.com/watch?v=fe1ca0vI_IY) è l’ipotesi del progetto del nuovo ponte di Genova. A dir poco geniale!», ha commentato Grillo. Che poi ha spiegato: «È dell’architetto Stefano Giavazzi che su youtube lo presenta così: "Proporre concretamente un semplice, e non banale, sistema di riqualificazione dell’area, di messa in sicurezza immediata senza demolire, con estrema flessibilità strutturale e dispositiva, oggi e nel futuro, mediante una 'macchina dell’abitare' che produce energia"».

 

[Il progetto di Stefano Giavazzi]

 

L'idea è di realizzare la struttura attraverso un modulo reticolare prefabbricato in acciaio, un cubo pre-assemblato che ingabbi la struttura esistente che non dovrebbe essere demolita. «La nuova infrastruttura», ha spiegato l’architetto Giavazzi nel video, «non si sostituisce banalmente alla precedente, ma rilancia definendosi come un servizio integrato per essere abitato, vissuto, percorso per produrre energia e definire un ruolo senza gli spazi indefiniti tipici dei sottoponti. Le strade concepite per il mero trasporto sono ormai cosa vecchia: è ora che si inizia a pensare con sistemi integrati per le nostre aree urbane, chi meglio del caso di Genova, ne ha estremo bisogno? Basta con questi serpenti autoreferenziali destinati alla velocità, ora occorre progettare con lo sguardo rivolto al futuro. Basta formalismi: basta chiglie, vele, pennacchi, ingegneria auto-celebrativa, servono luoghi dell’abitare, del fare, della memoria, reali, da vivere e che producano energia senza occupare nuovo suolo ma utilizzano quanto già fatto».

 

[Il progetto di Renzo Piano]

 

Ci sono poi altri dettagli che hanno conquistato Grillo. Come i diecimila metri quadri di pannelli solari, 16 mega watt di potenza che produce energia per seimila famiglie, sessantacinquemila metri quadrati di superficie a disposizione per piano da destinare ad attività commerciali, tempo libero e sviluppo tecnologico, una sede stradale a sei corsie, una nuova via pedonale panoramica e piste ciclabili. Insomma, come la chiama Giavazzi, il ponte verrebbe inglobato in «nuovo pezzo di città orizzontale». Il tutto senza demolire nulla e senza aver problemi di lunghe attese per dare il via ai lavori.

Giavazzi, che svolge attività didattica presso la sede di Lecco del Politecnico milanese, è membro e cofondatore di Metropolis, una rete di ricerca aperta internazionale e multidisciplinare rivolta ai temi del progetto della città contemporanea, promossa dalla collaborazione tra università, centri di ricerca e sostegno privato. Tra i suoi progetti in corso, l’ampliamento della scuola materna comunale di Treviglio e l’adeguamento della Biblioteca di Calusco d’Adda.

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