Storia di Ramesh (nome di fantasia)

India, fu testimone delle stragi È tornato a vivere sul marciapiede

India, fu testimone delle stragi È tornato a vivere sul marciapiede
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È il 13 settembre 2008 e Nuova Delhi, capitale dell'India fin dal giorno della sua Indipendenza, è entrata nel caos. Cinque bombe sono esplose nell'arco di quarantacinque minuti in tre mercati cittadini: un ordigno è stato posizionato al Gaffar Market di Karol Bagh, due si trovavano a Connaught Place e altri due a Greater Kailash, un'area molto frequentata anche dai turisti e dagli stranieri, attratti dai suoi negozi e ristoranti. Le forze dell'ordine indiane trovano altre bombe, fortunatamente non esplose, dinanzi al Regal Cinema e al Gate of India, il monumento ai caduti vicino al palazzo presidenziale e a un giardino pieno di bambini. Le deflagrazioni uccidono una ventina di persone e ne feriscono ottanta. Poco dopo, l'attentato viene rivendicato dall'Indian Mujahedin e dallo Student Islamic Movement of India, gruppi integralisti islamici molto legati tra loro, che un anno prima si erano resi responsabili anche degli attacchi a Bangalore e ad Ahmedabad. Scatta subito la caccia all'uomo ed è a questo punto che compare il protagonista di questa storia.

 

 

Il ragazzo sul marciapiede. Poco prima che nella città si scateni il panico, su un marciapede di Connaught Place, un ragazzino di dodici anni sta vendendo dei palloncini. Il marciapede è la casa della sua famiglia ed è anche la sua postazione di lavoro, l'angolo da cui ogni giorno osserva l'intensissimo traffico indiano, il via vai di persone e di automobili. A un certo punto nota qualcosa di inusuale. Scorge infatti alcuni uomini che mettono qualcosa in un cestino della spazzatura e, poco dopo, assiste all'esplosione della bomba.

La sua famiglia resta in strada. Il ragazzo non esita a presentarsi alla polizia di Nuova Delhi e fornisce dettagli precisi sui due uomini. Descrive il loro aspetto, il loro abbigliamento. Il suo aiuto è cruciale per l'arresto degli attentatori e il governo indiano attiva immediatamente un programma di protezione testimoni, che tuttavia copre soltanto Ramesh (il nome è di fantasia, dal momento che per ragioni di sicurrezza l'identità del giovane non è mai stata rivelata). Ramesh riceve poi una medaglia all'onore e viene inserito all'interno di una struttura che accoglie i bambini di strada, la Ong Salaam Baalak Trust, fondata nel 1988 dalla madre della famosa regista Mira Nair. La Ong è nata dopo il successo del film Salaam Bombay, che si occupa appunto della realtà dei ragazzini di strada. Le misure prese dal governo di Nuova Delhi sono encomiabili, tuttavia Sunil Kumar Aledia, attivista, difensore dei diritti dei senzatetto e fondatore del Centre for Holistic Development (Chd), osserva giustamente che «la famiglia di Ramesh ha continuato a vivere in strada e non gli è stato garantito nessun tipo di tutela o aiuto».

 

 

La crescita e gli studi. Nonostante la separazione dalla famiglia biologica, per nove anni il piccolo eroe bambino di Nuova Delhi vive un'esistenza “normale”, impara a leggere e a scrivere e apprende i rudimenti necessari per ottenere, un giorno, un vero lavoro. Grazie all'appoggio finanziario del governo, si è potuto iscrivere al National Institute of Open Schooling, un'organizzazione autonoma fondata nel 1989 come parte del programma di educazione nazionale inaugurato tre anni prima dal Ministero per lo Sviluppo delle Risorse Umane. Ramesh ha frequentato regolarmente le lezioni, ma lo scorso marzo è stato costretto ad abbandonare le aule.

 

 

Ora è maggiorenne. Quella che sembrava essere una storia a lieto fine ha avuto una svolta quanto meno amara. Oggi infatti Ramesh è maggiorenne e ha perciò perso la sovvenzione governativa. È tornato a vivere sul marciapede che è stato la sua casa d'infanzia e ha dovuto abbandonare la scuola. Ciò che ha vissuto negli ultimi anni gli ha tuttavia permesso di credere nella possibilità di vivere un'esistenza diversa e non ha intenzione di rinunciare a questa speranza. Vorrebbe che gli fosse consentito di sostenere almeno gli esami della dodicesima classe, in modo da potere ottenere il diploma e accedere così a un lavoro abbastanza remunerativo da poter comprarsi una casa vera. Ramesh non è solo, nel suo appello al governo. Con lui, infatti, c'è anche Mr Aledia, il quale ha provveduto a scrivere al Primo Ministro Narendra Modi, per chiedergli di riabilitare il programma di sostegno per Ramesh, almeno fino a quando il giovane non avrà i mezzi necessari per provvedere al suo sostentamento.

L'eco internazionale. La vicenda del bambino eroe che, ormai adulto, è stato costretto a tornare a vivere in strada ha destato una discreta attenzione tra la comunità internazionale ed è stata ripresa dal maggiore quotidiano nazionale indiano, The Hindu. Ci si augura che ciò possa contribuire ad aiutare Ramesh e a garantirgli un futuro dignitoso.

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