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Il film da vedere nel weekend Madre!, thriller spiazzante

Il film da vedere nel weekend Madre!, thriller spiazzante
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Regia: Darren Aronofsky.
Con: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Michelle Pfeiffer, Ed Harris, Domhnall Gleeson, Jovan Adepo, Cristina Rosato, Brian Gleeson, Stephen McHattie, Kristen Wiig, Stefan Simchowitz.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Per chi ha seguito anche distrattamente le vicissitudini dell’ultima stagione festivaliera, il nome di Darren Aronofsky non può che essere centrale. È un autore difficile, contorto, spesso incompreso (non irragionevolmente) ma che ha certamente il pregio di avere una potenza personale incredibile e di dare ad ogni sua opera un’impronta unica. Lo si è visto già nelle opere del suo esordio, come il folle Pi greco: il teorema del delirio o nel nerissimo Requiem for a dream. Da lì la sua carriera è andata avanti inanellando film complessi ma sempre molto stratificati e potenti: dal mitico The Wrestler fino alle ultime prove, come Noah o ancor prima Il cigno nero. Per chi ama questo tipo di cinema l’annuncio della sua partecipazione a Venezia è stato accolto con grande favore, così come l’aver verificato come il film sia stato trattato dalla critica del Lido è stato certamente doloroso. Il suo nuovo Madre! ha in effetti suscitato reazioni diverse e solo ora, a distanza di qualche tempo e proprio in corrispondenza dell’uscita nelle sale italiane, si possono fare considerazioni più stratificate, meno passionali.

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Quello della casa è da sempre uno spazio sacro, privato, personale. Un luogo altro rispetto al mondo esterno, una narrazione dei suoi abitanti. Quando il protagonista del film vede la sua casa distrutta dalle fiamme si inceppa in lui il meccanismo dell’ispirazione e non riesce più a scrivere. La sua compagna, invece, si impegna attivamente per ricostruirla, per sperare che la rifondazione del luogo santo porti a sanare le ferite dell’uomo. L’arrivo prima di uno sconosciuto e poi di un ricco bouquet di personaggi fa crollare questo ultimo sogno e desacralizza per sempre lo spazio tanto agognato.

Come spesso accade in Aronofsky (e anche questo è ciò che lo rende un autore), il suo film è imprendibile, sfuggente, scivola fra le maglie della teoria e del giudizio estetico piuttosto agilmente, guadagnando senso ad ogni svicolamento riuscito. La densità di temi che il regista inserisce non solo nella struttura complessiva dell’opera, ma spesso anche in singole immagini, momenti epifanici e coppie di inquadrature, fa di questo film un vero e proprio enigma (come non pensare al già citato Teorema del delirio). Un tranello mentale che forse non ci chiede di essere risolto, ma di rimanere sfuggente, con una soluzione sospesa.

 

 

C’è poi la questione (eterna nel cinema ma qui ottimamente declinata) del binomio uomo/donna in relazione a un’altra coppia centrale nel contemporaneo: attività/passività. Qui è non solo ribaltata ma completamente elusa la questione (classica nel cinema hollywoodiano e ormai perfettamente sedimentata a livello teorico-critico) della passività della figura femminile, fatta oggetto di uno sguardo predatorio e dominante. Qui è lei ad agire, mentre l’uomo è femminilizzato nella sua nevrosi post-traumatica, un isterismo che ben si presta all’attività creativa (o alla non-attività, come nel suo caso) e che lo priva di quel protagonismo dell’azione che nel cinema commerciale normalmente gli compete.

Nel complesso Madre! è un film stratificato, visivamente avvincente e dotato di una straordinaria capacità di risuonare in chi lo vede. Ciò lo risarcisce delle ingiuste e partigiane critiche che gli sono state mosse e, seppure in ritardo, l’accoglienza in sala saprà senza dubbio restituirgli la sua centralità.

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