Con il trailer

Il film da vedere nel weekend Il primo re, epicità made in Italy

Il film da vedere nel weekend Il primo re, epicità made in Italy
Pubblicato:
Aggiornato:

Regia: Matteo Rovere.
Con: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Tania Garribba.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

I racconti dell’epica classica sono stati da sempre un enorme ricettacolo di episodi, situazioni, personaggi e momenti da riadattare più o meno liberamente all’interno di diversi media. Dal fumetto al videogioco passando per la televisione, i passaggi più noti ed emozionanti di opere come l’Ilidade, l’Odissea o l’Eneide hanno trovato un luogo di espressione privilegiato nell’arte. Il cinema, ovviamente non fa eccezione: basti pensare al kolossal Troy, ormai non più giovanissimo ma senza dubbio discusso a lungo per le modalità (non sempre filologiche) con cui rimetteva in scena gli episodi chiave della guerra di Troia. Anche la storia, soprattutto quando si mescola con la leggenda, si presta molto bene a essere ospitata dal cinema, proprio perché la sua capacità di visualizzare gli eventi supplisce in qualche modo alla mancanza di numerose testimonianze.

 

 

Per noi italiani, poi, uno degli episodi chiave della nostra storia sembra rientrare perfettamente in questa tipologia: la fondazione di Roma, nascita del futuro Impero, si perde nel mito di due fratelli rivali, allevati da una lupa e figli di Marte. Era dunque naturale che prima o poi si decidesse di rimettere mano alla vicenda; meno ovvio era che il risultato offerto fosse di livello così alto. Basta infatti guardare i primi minuti de Il primo re per rendersi conto dell’amore e della passione che è stata messa in questa operazione. Merito soprattutto del regista Matteo Rovere, classe 1982, che fino a questo punto non si era in verità distinto per dei titoli indimenticabili (suoi i film Un gioco da ragazze, Gli sfiorati e Veloce come il vento). Qui, invece, riesce ad arrivare a un risultato decisamente notevole, soprattutto per il modo sinceramente epico e schiettamente brutale con cui sono raccontate le vicende che portano alla fondazione dell’Urbe e allo scontro fra Romolo e Remo. La fotografia (curata da Daniele Ciprì) è ugualmente notevole, soprattutto per il lavoro sui colori e sulle ambientazioni: lo spettatore viene gettato di prepotenza in un passato atavico, difficilmente immaginabile eppure in grado di respirare con grande credibilità di fronte ai nostri occhi.

1
Foto 1 di 4
2
Foto 2 di 4
4
Foto 3 di 4
5
Foto 4 di 4

Il trasporto con cui si sviluppa (e rapidamente precipita verso l’abisso) la vicenda dei gemelli conferisce al film l’andamento della tragedia shakespeariana, della quale si percepisce la gravità e lo stile alto. Dal punto di vista visivo, il film è qualcosa di visto raramente nel recente passato del cinema italiano e gli elogi da questo punto di vista finiscono sempre con il sembrare insufficienti: l’esperienza offerta da Il primo re è innanzitutto da vedere e apprezzare in sala, perché è soprattutto lì che la grandezza (e al contempo la finezza) del lavoro tecnico svolto si dimostra in tutta la sua vastità. Nel complesso, un film di rara bellezza e potenza visiva, che si promette come una delle opere italiane più interessanti del momento e – forse – anche dell’anno cinematografico, che sembra davvero incominciato sotto i migliori auspici.

Seguici sui nostri canali