NELL'ATRIO DELLA BANCA POPOLARE

Un classico bergamasco per Art Up Veduta delle mura di Luigi Locatelli

Un classico bergamasco per Art Up Veduta delle mura di Luigi Locatelli
Pubblicato:
Banca Popolare di Bergamo, Piazza Vittorio Veneto
Dal lunedì al venerdì, 8.20/13.20 e 14.40/16.10.
Ingresso libero.

 

Quante volte abbiamo visto questi scorci passeggiando lungo le mura di Città Alta e quante volte devono averli percorsi i Locatelli, famiglia di artisti e decoratori bergamaschi per tre generazioni. A uno dei Locatelli e a un suo paesaggio è dedicato il decimo appuntamento con Art Up, gli incontri ravvicinati con l’arte contemporanea proposti da UBI Banca Popolare e curati dal professor Enrico de Pascale. Che questa volta ci offrono l'occasione di raccontare la storia artistica di un’intera famiglia di rinomati pittori, a Bergamo e non solo.

Chi era il Bigì. Luigi Locatelli - detto Bigì - nasce a Bergamo nel 1904. Suo padre è Giovanni Battista Locatelli, decoratore e restauratore come lo zio, Luigi, entrambi formati nella bottega del nonno Giuseppe Locatelli. Insieme ai suoi due fratelli e ai suoi tre cugini rappresenta la terza generazione di artisti di una delle più prolifiche botteghe bergamasche a cavallo fra Ottocento e Novecento. All’Accademia Carrara fu allievo di Ponziano Loverini e intorno ai diciassette anni iniziò a lavorare per il gallerista Zecchini di Milano.

La sua tecnica artistica era interessante e ben inserita con ciò che il gusto paesaggistico lombardo richiedeva per l’epoca, con qualche sprizzo tecnico personale. Luigi decise allora di partire per Parigi, dove restò nove anni (fra il 1931 e il 1940) per entrare in contatto con i migliori artisti dell’epoca e lasciarsi influenzare da una delle città magiche per l’arte di inizio Novecento. Nella capitale francese incontrò Derain, De Pisis, de Chirico, Severini e la frequentazione di questi artisti cambiò profondamente il suo percorso. Anziché iniziare un nuovo modo di intendere la pittura, il Locatelli se ne allontanò gradatamente, capendo l’impossibilità di conciliare il proprio stile con la ricerca avanguardista della pittura europea. Tornando in Italia si trasferì a Bologna dove si dedicò principalmente al restauro, lasciando la sua produzione artistica abbastanza ridotta anche se molto apprezzata. Morì a Bergamo nel 1983. Per ricordare l’opera e il lavoro di questo artista e della sua famiglia è attualmente attiva un’associazione chiamata Amici dei Locatelli Figli d’Arte.

Le mura venete di Bergamo. Il dipinto di Locatelli, che rientra nella collezione UBI Banca Popolare, esposto fino al 30 ottobre nell’atrio della sede in Largo Porta Nuova, rappresenta uno scorcio delle mura venete nel tratto meridionale che guarda verso la pianura. L’inquadratura è insolita e poco convenzionale, con questo gioco di direttrici visive che mostrano tre piani e creano una tensione nel contrasto salita-discesa. Lo stile del pittore è costituito da una fitta tessitura di pennellate rapidissime e cariche di impasti, che sfrangiano le figure conferendo alla scena una dimensione quasi visionaria. Locatelli si mantiene fedele alla tradizione eminentemente bergamasca della “bella pittura”, dipingendo vedute di funambolico virtuosismo tecnico che, seppur culturalmente superate, si collegano da un lato al filone del naturalismo tardoimpressionista e dall’altro alla mai dimenticata lezione di Cesare Tallone, già Direttore dell’Accademia Carrara e paesaggista tra i più apprezzati dal collezionismo locale di fine Ottocento.

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