I giorni di inizio lavori

La sinistra bergamasca che dice no al parcheggio a nove piani in Fara

La sinistra bergamasca che dice no al parcheggio a nove piani in Fara
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Ci risiamo. Dopo le polemiche del 2004 conseguenti alla convenzione con Bergamo Parcheggi e a quelle del 2008 per la frana che ha bloccato tutto, eccoci giunti a quelle dei giorni nostri, quando il cantiere alla Fara per la realizzazione del grande parcheggio a nove piani nella zona dell’ex parco faunistico sta per partire. Il 15 luglio, infatti, scadranno i trentacinque giorni dall’aggiudicazione da parte dell’associazione temporanea d’imprese formata dalle due aziende trentine, la Collini e la Seik, e i lavori dovranno partire, per poi concludersi entro il 15 marzo 2019.

Il comitato No Parking Fara. Nonostante sia tutto pronto, però, il comitato No Parking Fara continua ad opporsi con insistenza al cantiere e a raccogliere firme, sia fisicamente («è stata ampiamente superata quota mille») che virtualmente (attraverso una petizione lanciata sul portale Change.org, anch’essa oltre le mille firme). I punti del progetto che il comitato contesta sono diversi: il fatto che si consenta l’ingresso in Città Alta a migliaia di auto al giorno, che il parking sarà gestito da una società privata (la Bergamo Parcheggi), che i cittadini non siano stati coinvolti e che, per i ventidue mesi di lavori, gli abitanti verranno esposti «a livelli intollerabili di rumori e polveri per più di dodici ore al giorno in deroga alle disposizioni di legge».

 

 

La risposta della Giunta Gori. Nonostante i tentativi di mediazione avvenuti tra Amministrazione e comitato (a dir la verità sempre piuttosto deboli), alla fine non è stato trovato alcun punto d'incontro, tanto che la Giunta Gori ha deciso di esporre una volta per tutte la propria posizione a riguardo attraverso una lettera aperta rivolta ai media locali e nella quale si sottolineano tutti gli elementi che hanno motivato le scelte compiute. Tra i punti toccati, uno merita particolare attenzione: «In relazione al crollo del 2008 - si legge nella lettera -, dovuto ad un’esecuzione del progetto da parte della ditta Locatelli totalmente difforme rispetto a quello approvato, la Bergamo Parcheggi è stata riconosciuta come parte lesa (cosa che a maggior ragione ha reso impercorribile una risoluzione contrattuale ai suoi danni). [...] L’eventuale disdetta della convenzione avrebbe comportato, secondo l’approfondimento svolto dall’Avvocatura del Comune, un sicuro contenzioso civile e amministrativo, con elevato rischio di risarcimento di danni (nell’ordine di diversi milioni di euro). Così la modifica unilaterale della stessa convenzione. Nel frattempo l’area di cantiere sarebbe rimasta bloccata alle attuali condizioni, senza possibilità di intervenire. L’Amministrazione, una volta varato il Piano della sosta, ha pertanto intavolato una trattativa con la Bergamo Parcheggi, con lo scopo di addivenire ad una modifica concordata della convenzione, di rendere il progetto compatibile con i propri indirizzi in termini di mobilità e accesso a Città Alta, di poter giungere alla conclusione del cantiere in tempi certi e di minimizzare i rischi di contenzioso». La Giunta Gori, dunque, afferma di essersi trovata con le mani legate e di non aver avuto altra scelta se non quella di portare avanti il progetto. Una posizione che l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni aveva già rimarcato mesi fa, affermando che «se fosse l’anno zero non rifarei quel parcheggio, ma è nostro onere e onore far collimare le condizioni date con le prospettive».

 

La controrisposta del Comitato. Il comitato, però, respinge questa ricostruzione in un’altra lettera, inviata ai media giovedì 29 giugno. In questa, si sottolinea come in realtà non esisterebbe alcun parere legale, «né orale né scritto, e a sostenerlo non è No Parking Fara, ma la stessa Avvocatura da noi interpellata». Il comitato, inoltre, aggiunge: «Dichiarate (la Giunta, ndr) che Bergamo Parcheggi sarebbe la parte lesa per la frana e all'azienda Locatelli andrebbero imputate tutte le colpe. Questo è falso perché nessun procedimento l'ha mai stabilito». Stando invece a chi vive quotidianamente Palazzo Frizzoni, l’Avvocatura avrebbe espresso il proprio parere alla presenza dell’intera Giunta e di tutti i consiglieri di maggioranza e avrebbe poi consigliato di non fare redigere alcun documento ufficiale al riguardo poiché, in caso di eventuale futuro contenzioso con la Bergamo Parcheggi, quel parere sarebbe diventato un’arma in più nelle mani della controparte.

Dietro c'è la sinistra delusa. Sebbene questa possa apparire una questione cavillosa e meramente burocratica, in realtà è il perno di tutta la faccenda. Perché, nel momento in cui viene data per vera la versione del Comune, allora le opzioni si riducono a zero: quel parcheggio va fatto. E il discorso passerebbe così dal “se” al “come” realizzarlo. Tant’è che nella Giunta sono convinti che il comitato, più che un movimento cittadino, sia in realtà una maschera politica indossata da quella sinistra bergamasca rimasta delusa dalla vittoria alle comunali di Giorgio Gori e alla ricerca di nuove battaglie da combattere. Anche il Corriere della Sera Bergamo, in un editoriale, scrive: «Alla Giunta appare ormai chiaro che un certo mondo ambientalista, forse schierato in buona parte con il centrosinistra alle elezioni del 2014, proprio su via Fara sta consumando uno strappo profondo».

 

 

Non è un segreto, del resto, quanto siano vicini al comitato due volti noti della sinistra bergamasca finiti ai margini con l’ascesa di Gori: Rocco Gargano, candidato sindaco nel 2014 alla guida di una lista di sinistra ispirata al progetto politico di Tsipras (supportata da Rifondazione Comunista e parte di Sel), e Roberto Trussardi, ex assessore della Giunta Bruni. Entrambi membri di Micromega Bergamo, Gargano e Trussardi si sono sempre mostrati contrari alla realizzazione del parcheggio alla Fara e, dopo anni di silenzio, potrebbero aver trovato in No Parking Fara, animato anche da alcuni storici occupanti del Pacì Paciana e rappresentanti della sinistra estrema orobica, un appiglio per tornare sulla scena politica cittadina.

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