Anche se han perso il titolo

La tecnologia al servizio dell'NBA I segreti dei Golden State Warriors

La tecnologia al servizio dell'NBA I segreti dei Golden State Warriors
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I Golden State Warriors, dopo una splendente regular season con 73 vittorie, qualche giorno fa hanno dovuto cedere il titolo ai Cleveland Cavaliers di Lebron James. Ne abbiamo già parlato qui. È interessante comunque raccontare, traendo spunto da un articolo Business Insider, i segreti dei loro recenti successi. Si tratta pur sempre di una delle squadre più forti degli ultimi tempi (di sempre?).

La squadra della Silicon Valley. Innanzitutto, i Golden State Warriors hanno avuto una connessione profonda con il mondo della tecnologia da quando l'imprenditore della Silicon Valley Joe Lacob è diventato co-proprietario della società nel 2010. L'utilizzo di strumenti d'avanguardia è diventato negli anni una vera e propria ossessione, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio delle prestazioni di ogni singolo giocatore sul campo, sia durante gli allenamenti che durante le gare. «Noi crediamo nell'innovazione e nell'allargare i confini - ha dichiarato il co-proprietario Lacob - Qualsiasi cosa che ci possa dare anche solo una vittoria in più è importantissima».

La prima apertura dei Warriors a questo mondo è avvenuta con i test di uno speciale sistema chiamato SportVU, composto da sei camere che seguono i movimenti di tutti gli uomini in campo. Oggi questo sistema è uno standard per tutte le squadre NBA grazie anche ai feedback della squadra californiana e permette di tracciare, oltre ai movimenti, anche ogni tiro, passaggio e dribbling. Ogni squadra ha inoltre una figura addetta ad elaborare i dati raccolti per mettere in pratica la giusta strategia.

 

 

Prevenire gli infortuni. La parte cruciale di questo sistema è la capacità di aiutare a combattere gli infortuni, facendo una stima di quanto un giocatore sta sforzando il proprio fisico. Gli atleti NBA ricevono dalle società e dagli sponsor enormi cifre di denaro che diventano dei veri e propri investimenti sul futuro, per questo motivo ogni infortunio può rappresentare una terribile perdita economica. E perciò si fa tutto il possibile per prevenire ogni potenziale problema e per preservare i muscoli e le articolazioni dei campioni. La franchigia di Oakland ha quindi adottato anche un equipaggiamento speciale per i propri giocatori, in grado di tenere sotto controllo ogni sollecitazione alle anche e alle ginocchia, oltre ad altri parametri fisici. È un piccolo monitor prodotto da Catapult Sports e viene indossato sotto una maglia termica tra le spalle del giocatore, per valutare se i suoi movimenti sono in linea con gli abituali livelli d'allenamento.

«Fino a poco tempo fa - ha spiegato Klay Thompson, stella dei Warriors - potevamo solo dire se qualcuno stava respirando troppo profondamente e avesse bisogno di riposo. Ora gli allenatori possono davvero sapere se hai bisogno di un giorno di riposo o se invece hai bisogno di allenarti più duramente». I giocatori devono inoltre sottoporsi con costanza a controlli che avvengono collegando degli elettrodi capaci di misurare l'attività elettrica del loro cervello e che sono usati per stimare la loro fatica mentale e fisica. Del resto, l'utilizzo dei giocatori durante le partite è molto accorto anche da parte dell'allenatore Steve Kerr, che sembra non voler mai spingere al limite fisico nessuno dei suoi per evitare infortuni, pure quando si tratta di uomini fondamentali.

 

 

Risolvere il jet lag. La stagione NBA è lunga e molto logorante, non soltanto per le 82 partite in calendario per ogni squadra, ma anche perché giocatori e staff devono affrontare lunghe trasferte anche più volte in una sola settimana. Gli Stati Uniti hanno ben quattro fusi orari differenti (isole escluse), che, sommati alle ore di volo, possono causare non pochi problemi ad atleti che devono comunque competere ai massimi livelli. Il responsabile del settore digitale di Golden State, Daniel Brusilovsky, ha quindi deciso di sperimentare uno strumento innovativo, una sorta di maschera, chiamata Neuroon, progettata per alleviare i sintomi del jet lag. «L'ho indossate dormendo ogni singola notte - ha spiegato Brusilovsky - Stiamo parlando con la compagnia ogni giorno per dare un responso su cosa funziona, cosa non funziona e quali aggiunte si potrebbero fare».

Chi testa le nuove invenzioni. I Golden State Warriors stanno costantemente provando e cercando nuovi prodotti per essere sempre un passo avanti ai propri avversari. La fase di verifica dei nuovi strumenti non è però sempre affidata al responsabile del settore digitale, come sta accadendo per Neuroon. La parte delle cavie tocca spesso ai giocatori della seconda squadra dei Warriors, che milita in una lega minore a Santa Cruz in California. La scorsa stagione, ad esempio, hanno testato una linea di abbigliamento sportivo dotato di funzioni smart e prodotta da Athos, in grado di misurare il battito cardiaco, il respiro e l'utilizzo dei muscoli. Ora stanno portando avanti la prova di un paio di cuffie speciali prodotte da Halo Neuroscience in grado di inviare impulsi elettrici al cervello per migliorare la capacità dei muscoli di ricordare determinati movimenti.

Tecnologia indossabile Athos
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I risultati. Le ultime due stagioni dei Golden State Warriors non possono che dare ragione a chi ha fortemente voluto questo genere di investimenti per migliorare la qualità di allenamenti e prestazioni. Lo scorso anno è arrivato il primo e forse inaspettato titolo, con Stephen Curry nominato MVP della stagione e padrone assoluto dei tiri da tre. Quest'anno, oltre alla conferma della superstar NBA, c'è stato addirittura lo storico record di 73 vittorie in stagione e la squadra californiana è stata a un passo dalla vittoria del back-to-back ovvero di quello che avrebbe potuto essere il secondo titolo consecutivo.

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