Tutte le vittime avevano meno di 30 anni

Un tragico weekend sulle strade Tre morti tra Bergamo e provincia

Un tragico weekend sulle strade Tre morti tra Bergamo e provincia
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Per Bergamo è stato un weekend da incubo, con tre incidenti stradali mortali avvenuti tra le prime orer di sabato 2 e la giornata di domenica 3 aprile. Il tragico bilancio è di tre morti, tutti sotto i 30 anni e tra cui due padri. Un weekend di sangue che riaccende i riflettori su un problema spesso sottovalutato, ovvero quello della sicurezza sulle strade.

 

Leijie Wang azzano san paolo incidente

 

Leijie Wang, il giovane barista di Azzano. La prima tragedia è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato lungo l'autostrada A4, nel tratto compreso tra Grumello e Seriate in direzione Milano, all'altezza di Bolgare. A perdere la vita è stato Leijie Wang, un ragazzo cinese di 26 anni residente ad Azzano San Paolo e molto noto nel Comune poiché, insieme ai genitori, era titolare del Bar Centrale di via Castello. Conosciuto in paese con il soprannome di Max, nonostante la giovane età era già sposato con una ragazza di 20 anni sua connazionale ed era padre di un bambino piccolo.

L'incidente che ha portato alla sua morte è avvenuto alle 4 circa. Il 26enne stava viaggiando sulla A4 quando, per motivi ancora sconosciuti (forse la stanchezza, forse un guasto, forse un malore), ha accostato nella corsia di emergenza al km 184, all'altezza di Bolgare. Neppure il tempo di fermare la vettura che, alle sue spalle, è sopraggiunto un tir guidato da un 59enne di Zogno, il quale non si è accorto dell'auto e ha travolto Leijie. Un impatto violentissimo, che ha scagliato il mezzo del ragazzo cinese contro il guardrail, causando la morte sul colpo del giovane, rimasto schiacciato nelle lamiere. L'autista del camion è rimasto ferito, ma le sue condizioni non sono preoccupanti.

 

incidente ghisalba

 

Il motociclista ucciso a Ghisalba. Poco più di 24 ore dopo, a Ghisalba, la seconda tragedia: Salvatore Papace, 27enne, stava percorrendo la strada Francesca a bordo della sua motocicletta insieme a una donna di 32 anni, quando, per cause ancora in fase di accertamento da parte delle forze dell'ordine, si è scontrato frontalmente con una Lancia Ypsilon proveniente dalla direzione opposta. Per Papace, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. I soccorritori giunti sul luogo dell'incidente hanno invece prestato le prime cure alla 32enne, che è stata trasportata, seppure con ferite non gravi, all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Alla guida della vettura scontratasi con la moto, invece, c'era un giovane di Pontoglio (Brescia), rimasto praticamente illeso e portato all'ospedale di Romano soltanto per accertamenti.

 

incidente circonvallazione Bergamo
Il lavavetri investito sulla circonvallazione. Lo stesso pomeriggio di domenica 3 aprile, alle 16 circa, Alì Asam, 26enne di origini rumene, è stato investito e ucciso in via san Giovanni Bosco, nei pressi della circonvallazione Mugazzone e vicino al Cristallo Palace. Asam era sposato e padre di 4 figli e, secondo le prime informazioni, si tratterebbe di un lavavetri che chiede l’elemosina al semaforo. Le forze dell’ordine stanno ancora ricostruendo l'accaduto, ma i fatti dovrebbero essersi svolti in questa maniera: il giovane avrebbe attraversato la strada ed è stato investito da un’auto diretta verso il centro. Asam è morto sul colpo. L’automobilista, un ragazzo della Val Seriana che si trovava alla guida di una Volkswagen Polo, si è fermato e, sebbene sotto choc, ha provato a prestare i primi soccorsi al 26enne, per il quale però non c'è stato purtroppo niente da fare. Ad accertarne la morte i soccorritori del 118 giunti sul posto poco dopo l'incidente.

 

«Una tragedia annunciata». Proprio quest'ultima tragedia sta scatenando grandi polemiche. Fabio Fracassi, consigliere comunale nel gruppo del sindaco Giorgio Gori e presidente del comitato della Malpensata, non esita infatti a parlare di «tragedia annunciata. Mi dispiace tantissimo per quel giovane e la sua famiglia, ma noi più volte abbiamo segnalato alle amministrazioni che si sono succedute in questi anni la pericolosità di quella rotatoria, rimpicciolita per renderla ovale, con il risultato che quelle corsie così grandi invogliano ad aumentare la velocità. E abbiamo sottolineato che quel rondò è pericoloso non solo per chi chiede l’elemosina, che rischia la vita ogni giorno, ma anche per gli automobilisti. Purtroppo non ci sono leggi che ci permettono di fare allontanare lavavetri, venditori di fiori e questuanti e così speriamo sempre che non accada nulla. Ma altre volte in questi anni si è sfiorata la tragedia, con incidenti meno gravi o automobilisti che hanno evitato per un soffio di investire le persone che attraversavano all’improvviso». Il comitato della Malpensata, nato 9 anni fa e che oggi conta circa un’ottantina di residenti iscritti, da tempo lotta per la difficile situazione urbanistica del quartiere: «La Malpensata - continua Fracassi sulle pagine de L'Eco di Bergamo - è attraversata da cinque strade di penetrazione verso il centro: via Don Bosco, via Carnovali, via Autostrada, via Zanica e via Gavazzeni, ma solo due di uscita, via Don Bosco e via Zanica. C’è un’enorme mole di traffico che soffoca il quartiere: da una parte la circonvallazione e dall’altra l’autostrada. Abbiamo sollecitato l’Amministrazione a creare un attraversamento pedonale con rialzo protetto all’altezza di via De Grassi e in via Ozanam, in modo da rallentare il traffico, e a mio avviso sarebbe bene crearne in tutta la zona, anche in San Giovanni Bosco e via Zanica».

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