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Dopo i 50 anni il sesso è l'ideale per mantenere la mente giovane

Dopo i 50 anni il sesso è l'ideale per mantenere la mente giovane
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È un piacere a tutte le età e fa bene, all’umore, alla salute, dicono gli esperti, e pure alla mente. Avete indovinato di che cosa stiamo parlando? Di una sana attività sessuale che, se praticata dopo i 50 anni almeno una volta a settimana, renderebbe più vigorose e attive le facoltà cognitive. Lo dimostrerebbe un piccolo studio di approfondimento, nato con l’obiettivo di aggiungere informazioni a una ricerca già sviluppata nel 2016, condotta da un psicologici inglesi, dell’Università di Oxford e di Coventry, e pubblicata sul Journal of Gerontology, che aveva già dato spazio allo studio Frequent Sexual Activity Predicts Specific Cognitive Abilities in Older Adults.

 

 

Il sesso fa bene alla mente. Le premesse, cioè che il sesso, tra gli over 50 e ad libitum, fosse un toccasana anche e soprattutto per la mente, favorendo in particolare le abilità visive, spaziali e linguistiche, ma anche memoria, capacità di concentrazione e apprendimento e pure il movimento, c’erano già state, almeno scientificamente parlando. Erano emerse da una ricerca inglese che aveva preso in esame il rapporto tra sesso ed eventuali benefici fisici mentali che ne potessero derivare in adulti senior. Già nel 2016 è risultato evidente che le persone sessualmente attive dopo i 50 anni davano dei numeri ai coetanei con i sensi pacificati. I ricercatori però non si sono accontentati, perché a quello studio mancava ancora qualcosa: sapere cioè con quale frequenza occorreva avere relazioni sessuali per un invecchiamento mentale arzillo. Dunque per rallentare tutte le problematiche di declino cognitivo e le sue indiscusse implicazioni.

 

 

La frequenza minima. Lo studio del 2017 ha sciolto dilemmi e perplessità. I ricercatori hanno arruolato un piccolo numero di volontari, ovvero 73 di cui 28 uomini e 45 donne di età compresa fra i 50 e gli 83 anni e senza particolari problemi a livello cognitivo, interrogandoli riguardo le loro normali abitudini di vita, che comprendevano lo stile quotidiano e soprattutto la loro prestanza sessuale. Indagando se negli ultimi 12 mesi precedenti la ricerca non avessero mai fatto sesso, oppure se la pratica era stata settimanale o mensile. Ebbene? I risultati raffrontati con i dati di test validati e utili a valutare i livelli e le funzionalità cognitive in età senior, hanno dimostrato che la costanza settimanale premia. Insomma chi si godeva i piacerei del sesso almeno ogni sette giorni, aveva ottenuto punteggi decisamente migliori in termini di capacità cognitive, rispetto ai compagni che sotto le coperte dormivano solamente, con vantaggi maggiori per le abilità del linguaggio, risultato molto più fluido, ma anche per quelle visive e spaziali.

L’ultimo elemento. Occorre ora scoprire, per completare il cerchio di informazioni, quali siano i meccanismi fisici, psicologici o sociali che avvantaggiano soprattutto gli aspetti cognitivi. Sarà questo obiettivo della prossima ricerca perché al momento, sulla questione,  esistono solo delle ipotesi. I ricercatori indagheranno in particolare, fra i fattori biologici, il possibile impatto della dopamina, ossitocina e vasopressina, sostanze spesso coinvolte in contesti in cui sono implicati umore, risposte emotive, vitalità e libido. Senza trascurare il fatto che l’intimità fa bene alla salute sessuale e al benessere generale dell’organismo.

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