Dopo settimane intense

Atalanta sei sempre forte Un mercato da 8 in pagella

Atalanta sei sempre forte Un mercato da 8 in pagella
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Il mercato dell’Atalanta si è concluso ufficialmente da pochi minuti e la nostra valutazione complessiva promuove ampiamente la rosa che è stata messa a disposizione del tecnico Gasperini: il voto è un 8 pieno. Sono state settimane intense, a tratti perfino tese con dichiarazioni e silenzi molto particolari. Le partite ufficiali sono già cominciate, i risultati per ora sono positivi e la Dea può guardare avanti con fiducia grazie a tante alternative di buon livello praticamente in ogni reparto. Certo, non ci sono fuoriclasse in ogni ruolo, ma siamo pur sempre l’Atalanta. Non va mai dimenticato.

 

Difesa: voto 7

Tra portieri e difensori, il reparto forse meno abbondante dell’intera rosa è proprio quello che si deve occupare di proteggere la squadra dagli attacchi avversari. La società ha scelto di avere due portieri di valore (anche economico) molto simile: il rischio dualismo è dietro l’angolo, ma è meglio avere alternative di valore che due elementi distanti tra loro. In difesa non c’è più Caldara (40 milioni di valore di mercato) e pensare di andare a prenderne uno simile era fuori da ogni logica, quindi l’Atalanta ha scelto di affidarsi completamente a Palomino e Mancini come terzo centrale vicino a Toloi e Masiello.

Dietro questi quattro elementi è rimasto lo svizzero-albanese Djimsiti e in attesa del recupero del giovane Varnier (ex Cittadella che si è rotto il crociato in ritiro) l’ultimo giocatore che può ruotare nel ruolo è l’adattato Castagne. Qualcuno pensa che si poteva prendere un titolare, l’Atalanta ha preferito la continuità rispetto al passato, ricordando che Bastoni (il sesto dell’anno scorso) non ha mai giocato. Il pacchetto offre garanzie, il 7 pieno conferma che qualcosa in più si poteva fare, ma non siamo la Juventus quindi va bene così.

 

Centrocampo: voto 8

Nel settore mediano la Dea ha mantenuto tutti i giocatori migliori dell’anno scorso (Hateboer, Castagne, de Roon, Freuler e Gosens) sostituendo Spinazzola con Ali Adnan dell’Udinese e Cristante con Pasalic del Chelsea. Dietro ai titolari al centro sono arrivati Pessina e Valzania al posto di Haas e Schmidt e i due ragazzi italiani rappresentano una bella scommessa per un tecnico come Gasperini che è sicuramente il meglio del meglio quando si tratta di modellare i campioni.

L’uomo in “esubero”, se così possiamo definirlo rispetto al gioco delle coppie in ogni ruolo, è il polacco Reca. Arrivato dal Wisla Plock prima del ritiro, non ha ancora dimostrato le sue potenzialità e probabilmente ha bisogno di lavorare ancora molto, quindi l’Atalanta si è cautelata con uno come Adnan che in Italia, pur non essendo Roberto Carlos, una settantina di partite in serie A le ha giocate. Mai come in questo caso, aver mantenuto in rosa elementi come de Roon e Freuler rappresenta un segno importante di continuità.

 

Attacco: voto 9

Il reparto avanzato dell’Atalanta 2018/2019 è senza dubbio il più attrezzato di tutta la seconda gestione Percassi al timone dell’Atalanta. Due centravanti diversi per esperienza e caratteristiche (Zapata e Barrow), due esterni tecnici e bravi nell’uno contro uno (Gomez e Rigoni dello Zenit), due rifinitori capaci di giocare tra le linee (Ilicic e Pasalic). Oltre a loro, Cornelius e Tumminello che nell’economia di una stagione lunga e intensa possono dare una mano importante senza troppa pressione per i titolari.

Delle squadre che si giocano le posizioni appena sotto lo Scudetto l’Atalanta è senza dubbio quella che ha il reparto meglio assortito. Chiaramente, per puntare alla Champions serve un exploit incredibile di almeno 2-3 dei giocatori citati, mentre per andare in Europa League è ragionevole pensare che basti continuare a fare l’Atalanta come è successo negli ultimi due anni. I risultati si ottengono sul campo, non si sbandierano prima di cominciare: tutti al lavoro pronti a lottare su ogni palla ma è innegabile che le modifiche alla rosa di questa estate siano decisamente importanti per continuare a sognare.

 

Considerazioni a margine. Il saggio dice che i conti si fanno sempre alla fine, quando si va al ristorante normalmente si chiede di pagare dopo che si è mangiato il dolce: nessuno si sogna di giudicare dopo gli antipasti o i primi. In quel caso, ogni valutazione sarebbe parziale, azzardata, incompleta. Il mercato dell’Atalanta non è il mercato di Sartori, di Spagnolo, di Zamagna o di Luca Percassi: chi arriva indossa la maglia della Dea, non una sotto casacca con il marchio di chi ha contribuito all’arrivo di un giocatore all'ombra di Città Alta. Mentre in campo se segna Gomez o se para Gollini si capisce subito chi ha fatto la giocata, in panchina decide Gasperini e ci mette sempre la faccia. Sul mercato, invece, bisogna mettersi in testa che le componenti in gioco sono tantissime.

L’Atalanta non parla molto, lavora e ottiene risultati. Qualcuno in ritardo? Può darsi, si può sempre fare meglio. È scappato Jankto? Alla fine è arrivato Rigoni. Non è arrivato Pavoletti? Ci consoleremo con Zapata. Soriano è stato vicino e poi non è arrivato? Dovremo accontentarci di Pasalic, che sventura. L’Atalanta ha speso quello che pensava fosse giusto spendere per 456 motivi diversi, se Bettella e Carraro sono stati pagati molto di più di Pasalic e Rigoni (2 milioni complessivi di prestito, capolavoro assoluto) ci saranno stati buoni motivi per farlo: guardiamo alla rosa e valutiamo. Noi, per quello che c’è oggi a Zingonia, siamo felici e orgogliosi di quello che ha fatto la società. Adesso tocca al Gasp: mister, te lo ripetiamo, in campo sei il migliore.

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