I consigli dei diabetologi

Come vivere bene col diabete

Come vivere bene col diabete
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«Hai il diabete? C’è una buona notizia per te». È questo il messaggio positivo della campagna educazionale di Lilly, patrocinata dalla Società Italiana di Diabetologia, dall’Associazione Medici Diabetologi e dalle rispettive fondazioni di ricerca, promossa attraverso il sito. Un'occasione di informazione corretta sul diabete di tipo 2 per pazienti, care-giver e popolazione. Basta un clic per navigare nelle pagine web e cominciare a instaurare un dialogo virtuale a tu per tu con il diabete: le implicazioni e complicazioni della malattia, i rischi, i comportamenti da assumere e quelli da evitare, l’importanza della corretta terapia. Tutti fattori fondamentali per gestire la malattia con consapevole responsabilità e continuare a condurre una vita normale.

I numeri del diabete. 425 milioni: sono gli adulti che nel mondo convivono con il diabete, in gran parte di tipo 2, ma che potrebbero salire a oltre 500 milioni entro il 2030. Una malattia che non conosce età: infatti secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Arno, il 65 per cento dei diabetici ha 65 anni o poco più, cui fa da contrappeso il 35 per cento, dunque all’incirca un milione di individui,  fra 20 e 64 anni che gestisce e convive con la malattia in piena attività lavorativa e socio-relazionale. Di questi, il 2 per cento ha meno di 20 anni: un dato preoccupante, secondo gli esperti, perché proprio in questa fascia giovane si sta alimentando una sensibile crescita di nuovi casi di diabete.

 

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L'impatto sociale. Complici soprattutto cattivi stili di vita: prime fra tutti sedentarietà e abitudini alimentari poco salutari che hanno importanti ricadute assistenziali e terapeutiche sia sulla famiglia sia sul Sistema Sanitario Nazionale. Ma non solo, perché il diabete, dicono gli esperti, può costituire una discriminazione per l’adulto sul posto di lavoro: limitando ad esempio l’assegnazione di incarichi di rilievo o in caso di attività non sedentaria o che prevedono turni notturni per il timore di possibili crisi glicemiche o per il maggior rischio di contrarre malattie infettive. Cui si aggiunge che il diabete rappresenta anche una delle cause più frequenti di assenteismo dal lavoro per un maggior numero di ricoveri, spesso lunghi quando necessari. Non meno problematico è il diabete per i ragazzi, specie a scuola, dove il personale, insegnanti compresi, non è pronto e preparato a gestire il diabete, che non presenta rischi se la malattia è efficacemente trattata e monitorata.

L'emoglobina glicata e la gestione del diabete. L'emoglobina glicata è uno dei fattori chiave per la gestione del diabete. Per tutti i diabetici, ma soprattutto e a maggior ragione per i più giovani, è fondamentale seguire regole precise, riguardanti terapie e stili di vita, per evitare che la malattia progredisca o provochi altre complicanze: prime fra tutti problemi cardiovascolari e/o renali. Eventualità che può essere evitata mantenendo i livelli di emoglobina glicata al di sotto del 7 per cento, traguardo che invece non viene raggiunto, in tutta l’Unione Europea e quindi anche in Italia, dal 40 per cento dei pazienti in trattamento solo con terapie orali. Le Linee guida per il trattamento del diabete, addirittura stabiliscono che per avere un buon controllo metabolico e per evitare complicanze gravi, il valore dell’emoglobina glicata deve essere inferiore al 7 per cento e al 6,5 per cento, per chi è agli esordi della malattia senza complicanze. Traguardo che potrà essere favorito da una corretta informazione anche riguardo le modalità attraverso cui raggiungere e mantenere questa soglia: il che significa maggiore disponibilità ad ‘attivarsi’ per ottenere questo target di salute diabetica.

 

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Ecco allora le sette cose da fare per vivere bene (anche) con il diabete di tipo 2.

  • Seguire la terapia. Attenersi alla corretta prescrizione e assunzione della terapia significa mettere un fattore protettivo tra sé e le complicanze del diabete.
  • Consultare lo specialista per usufruire di nuove cure. Il panorama terapeutico per il diabete si sta dilatando. Alcuni nuovi farmaci antidiabetici, ad esempio, oltre a controllare efficacemente i livelli glicemici permettono anche di ottenere un effetto protettivo sul fronte delle complicanze cardiovascolari e renali, che sono tra gli eventi più frequenti e con il più grave impatto nei pazienti con diabete tipo 2. Queste nuove cure, che consentono somministrazioni settimanali e che non comportano il rischio di ipoglicemia, però non possono essere prescritte dal medico di medicina generale ma solo dal diabetologo. Dunque, è bene affidarsi allo specialista.
  • Curare il diabete anche a tavola. Mangiare frutta e verdura secondo i cinque colori nutrizionali; scegliere olio di oliva extravergine al posto del burro; fare i cinque pasti accademici con regolarità per non arrivare affamati ai pasti principali e non indurre picchi glicemici; bere acqua in abbondanza che purifica l’organismo dalle scorie, lo idrata in profondità a zero calorie; evitare il più possibile zuccheri semplici (niente caramelle, marmellate, dolciumi raffinati), a favore di zuccheri complessi trasformati da fibre, cibi integrali, verdure cosi come dolcificare bevande, caffè e yogurt meglio il miele o la stevia anziché lo zucchero; fare attenzione anche all’apporto di sale e calorie, entrambi assumibili con moderazione per contribuire a ridurre la pressione arteriosa e limitare la crescita di peso.

 

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  • Abbasso la pigrizia! Svolgere un’attività fisica regolare, 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana, evitando periodi di inattività superiori ai 2 giorni consecutivi, contribuisce a migliorare il controllo glicemico oltre che ad alleviare lo stress.
  • Fare controlli. Ci sono almeno due organi a rischio per chi soffre di diabete: i piedi, soggetti appunto al piede diabetico, una condizione che si sviluppa come conseguenza di una prolungata iperglicemia che, nel tempo, può danneggiare i nervi e le arterie. E, in secondo luogo, gli occhi, che rischiano di incappare nella retinopatia diabetica, possibile in un terzo delle persone affette da malattia.
  • Monitorare peso e pressione. Con l’età nessuno è escluso dal controllare questi due parametri. Specie in caso di diabete, perché la loro regolarità aiuta a preservare la salute o a limitare il rischio di problemi a carico del cuore, ma anche del rene e del cervello.
  • Essere pazienti. Bisogna resistere alle indicazioni terapeutiche, mantenendosi cioè costanti nell’assunzione dei trattamenti e fedeli ai regimi alimentari, anche se questi talvolta posso sembrare restrittivi. Ad esempio in caso di happy hour, feste e occasioni speciali, quando gli altri mangiano e al diabetico tocca stare a guardare. Però significano salute e ne vale la pena! Ecco una ragione in più per consultare il diabetologo che può suggerire strategie per ridurre al minimo l’impatto della malattia sulla tua vita di ogni giorno.
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