La storica vittoria della Serie B

La promozione in A del Crotone Molto più di un successo calcistico

La promozione in A del Crotone Molto più di un successo calcistico
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Bisogna andare via, lasciare gli occhi e «lu mare», gli scogli ruvidi e appuntiti, ma sempre più dolci di quei palazzoni e quel cemento delle grandi città. Bisogna andare via perché il lavoro a Crotone non lo trovi mica, lì la disoccupazione è la più alta d'Italia, 31,46 percento a fare i pignoli, e non c'è verso di risalire neanche un pochino. E poi si sa che in Italia ormai non legge nessuno, no? Ma a Crotone va persino peggio: l'indice degli acquisti in libreria arriva a fatica allo 0,01, una sciagura. Non c'è neanche il cinema, le sale sono pochissime, anzi ancora meno, e lì non hanno le associazioni culturali e persino quelle di volontariato si fatica a contarle sulle dita di una mano. Ah, la qualità della vita. Qualche tempo fa hanno fatto una sondaggio e hanno chiesto agli italiani dove vorrebbero vivere: a Crotone ha detto sì soltanto lo 0,1 percento. Nessuno, praticamente. Andate a dirglielo alla gente di lì, a quelli che ieri sera hanno festeggiato la promozione della squadra in Serie A. Andate a dirgli che a Crotone si vive male, o che non vale la pena starci. Vi rideranno in faccia.

 

https://youtu.be/HYb65plTvj0

 

La città ultima in quasi tutte le classifiche italiane è in festa. C'è chi lo chiama sogno, chi dice che è frutto di un progetto lungo e organizzato. Sia quel che sia, per la prima volta nella storia il Crotone approda nell'Olimpo del calcio italiano. Una cavalcata iniziata in Terza Categoria 25 anni fa, quando Raffaele Vrenna si presentò con un gruppi di amici per acquistare il club. I primi successi, poi le lotte in Promozione, quando gli avversari si chiamavano Brancaleone e Laurabella, fino a Modena, con la festa per la matematica promozione in Serie A. È il segno che qualcosa sta cambiando. In Italia. Nel calcio. O viceversa, chi lo sa. L'anno scorso erano stati Carpi e Frosinone a guadagnarsi la gioia. Questa volta tocca al Crotone, realtà colpita dalla 'ndrangheta, dai debiti, dai tassi altissimi e dai posti di lavoro che non si trovano mai. La promozione del Crotone non è solo il sogno che si realizza, è il riscatto di una popolazione che l'anno prossimo giocherà contro la Juventus, il Milan e le altre grandi del pallone. Allo Scida, ovviamente. Lo stadio che adesso conta 9.500 posti, ma che dovrà arrivare almeno a 12mila se vuole restare a casa sua. «La A la giocheremo lì», assicurano i politici locali.

 

Crotone soccer team celebrates the advancement at the Serie A

 

Anche di questo c'è bisogno per trovare un po' di conforto, lo sport aiuta sempre. Tant'è che Ivan Juric, 40 anni, croato di Spalato, è l'allenatore già diventato un simbolo. Come Rino Gaetano e Pitagora, che qui è nato e qui ha insegnato. Per festeggiare con la squadra i tifosi sono partiti con i pulmini e i bandieroni, hanno viaggiato tutta la notte per arrivare a Modena in tempo per la partita. Ma la vera festa, quella la faranno in Piazza Ultras (si chiama proprio così) per giorni e forse settimane. Il capolavoro è stato disegnato da Juric, che ha trascinato la squadra all'impresa, che ha regalato alla città qualcosa a cui aggrapparsi, una forma di riscatto da tutto il resto. Tra le ultime per ricchezza prodotta, per consumi, per importo medio delle pensioni, Crotone adesso si gode il momento e guarda al futuro con più ottimismo. L'anno prossimo il direttore sportivo Ursino lavorerà come sempre ha fatto, coi prestiti e i ragazzi da far crescere. Ma, aveva già detto qualche settimana fa, «in Serie A non faremo le comparse». Questo è sicuro. Male che vada a un certo punto si tornerà qui, davanti agli scogli e a «lu mare», a dirsi quanto è stato bello essere arrivati in Serie A.

 

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