Le abbiamo messe in fila

Papa Francesco in dieci parole che ci ha suggerito in questi 3 anni

Papa Francesco in dieci parole che ci ha suggerito in questi 3 anni
Pubblicato:
Aggiornato:

Un papa lo si riconosce anche da come parla. E Bergoglio ha inaugurato un nuovo modo di comunicare, estremamente diretto, spogliato di ogni "ecclesialese". È un papa che tutti possono capire. Si sarebbe detto una volta, è uno che "parla come mangia". Non per diminuire la profondità di ciò che dice, ma per rendere l'efficacia e la concretezza del suo messaggio. Sono parole che scandiscono il suo lessico, che in questi anni gli anni gli abbiamo sentito sulla bocca con una frequenza inconsueta. Proviamo a metterle in fila.

 

Uscire

Papa Francesco è il papa dei verbi di moto a luogo. Andare, camminare, muoversi verso: questa è la sua direzione. Ma uscire è il verbo che più gli appartiene. Uscire dai recinti, uscire dall'idea che la chiesa sia un'area protetta, una "fortezza del bene".

 

Tu

Bergoglio ha abolito il primo pronome personale, "io". È il papa del "tu" sia perché all'inizio di ogni cosa vede il "tu" che è Dio, sia per la simpatia che lo porta vedere nell'altro che ha di fronte una ricchezza, un di più. Il "tu" è anche attenzione ai bisogni dell'altro, come dimostrano le iniziative prese molto concretamente per gli homeless che stazionano intorno a San Pietro.

 

Poveri

È l'umanità a cui Bergoglio rivolge la sua smaccata preferenza. Non li guarda mai con compatimento ma come risorsa: la loro umanità fatta di bisogni e di semplicità è una salvezza per il mondo. È un modello per la chiesa.

 

Scarti

 

Altra parola che entra con una frequenza emblematica nel vocabolario di Papa Francesco. "Scartata" è quella parte enorme di umanità che il progresso per pochi ha lasciato ai margini del mondo. Ma scarto è anche la pietra angolare. È ciò che "scarta", che obbliga a cambiare modello di sviluppo.

 

Accoglienza

Sulla grande questione del nostro tempo, quella dei migranti, la parola del papa è senza "se" e senza "ma". Non c'è nessuna giustificazione che legittimi le politiche e dei "muri". I migranti sono una sfida della storia. E l'accoglienza è la sola regola di Paesi che vogliono dirsi civili.

 

Sogno

Ecco una parola che non ti aspetti da un papa ma che Francesco ha fatto insistentemente sua. Sogno è il sogno di Dio sugli uomini, ma sogno è ciò che deve spingere gli uomini a non restare prigionieri del fatalismo. È il sogno che deve dare slancio ai giovani, in un momento in cui il mondo chiude loro le porte. È il sogno dei genitori sui figli a far da collante delle famiglie assai più dei discorsi di valori.

 

Periferie

Non è solo una categoria topografica, è una categoria umana. Per il papa la periferia non è il margine della società ma il centro della società. È nelle periferie che si sperimentano le dinamiche umane più vere. La periferia è anche il campo privilegiato della chiesa, il suo terreno d'elezione, dove deve tornare.

 

Nonni

Quante volte Francesco in questi anni ha evocato la figura in particolare delle nonne! Ai suoi occhi sono le depositarie di una fede semplice e anche di una sapienza che supera quella dei teologi. Le nonne per lui  sono le colonne della chiesa. A testimonianza di come il senso del cristianesimo non sia quello di avere un'egemonia, né di buttarsi in prove di forze.

 

Primarea

È uno dei tanti neologismi coniati da Papa Francesco in questi anni. Il suo modo di parlare ha spesso bisogno di trovare la parola che non c'è per esprimere un fatto reale. "Primarea" indica il fatto che Dio arriva sempre prima, la sua azione precede sempre la nostra. Che è lui il vero titolare del bene che facciamo.

 

Misericordia

Ovviamente è la parola chiave, presente nel suo stemma "miserando atque eligendo". La misericordia è il nome di Dio, il suo "DNA". E la misericordia è il collante della storia. Ma la misericordia che agisce nel cuore degli uomini è esito di quella che Dio ha nutrito nei confronti dei suoi figli.

Seguici sui nostri canali