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Il vino dei detenuti all’ex carcere per celebrare le Vite in libertà

Il vino dei detenuti all’ex carcere per celebrare le Vite in libertà
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«Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione». Un aforisma attribuito a Victor Hugo che si applica perfettamente alla storia di Valelapena, vino prodotto con le uve coltivate dai detenuti all’interno della casa di reclusione Giuseppe Montaldo di Alba (Cuneo, nel cuore delle Langhe), imbottigliato dagli studenti dell’Istituto Enologico Umberto I, sempre ad Alba.

L'evento all'ex carcere di Sant'Agata. A questa bottiglia virtuosa spetta l’apertura, oggi, venerdì 15, alle 18 all’ex carcere di Sant’Agata (Città Alta), della prima edizione di Vite in libertà - Tra agricoltura e utopia, tra cultura, bisogni e diritto alla felicità, una fiera di produttori di vini e cibi genuini organizzata dal Circolo Maite con il patrocinio del Comune di Bergamo. Si comprano e degustano i prodotti degli espositori presenti e ci si diverte. La manifestazione raccoglie piccoli produttori che puntano sulla qualità e sul rispetto per l’ambiente e per il territorio, con una distribuzione diretta e partecipata al di fuori dei grandi supermercati. Un’occasione, inoltre, per presentare progetti sociali importanti, come quelli appunto che nascono all’interno delle carceri. O nei territori palestinesi occupati.

 

Il vino Valelapena prodotto dai detenuti della Casa Circondariale Giuseppe Montalto di Alba e vinificato ed imbottigliato dagli studenti dell’Istituto Enologico Umberto I di Cuneo. L’etichetta del formato magnum l’ha realizzata in esclusiva il fumettista Giampiero Casertano, autore per serie popolari quali Martin Mystère e Dylan Dog.

 

Il tema. Non solo stand di vignaioli e aziende agricole, però, ma visite guidate, aperitivi, concerti e appuntamenti teatrali. Il tutto «costruito intorno a un filo conduttore comune - dicono gli organizzatori -, quello della vite (la pianta) e delle vite (delle persone), che incontra il tema della convivialità, intesa come momento libero e condiviso di consumo dei prodotti della vite e del recupero del territorio come approccio alla coltivazione, rispettoso e partecipato, sganciato dalle logiche della grande distribuzione. La vita delle persone recluse come contrapposizione tra libertà e prigioni, la libertà di re-inventarsi e darsi nuove possibilità all’interno del carcere, e di re-inventare il modo di vivere gli spazi».

Gli appuntamenti. Oggi, venerdì 15, c’è l’aperitivo Liberi di Gusto (ore 18) già anticipato in apertura. Il vino Valelapena accompagnerà i prodotti da forno realizzati nella casa circondariale di Bergamo grazie al progetto Dolci Sogni Liberi della Cooperativa Calimero in collaborazione l’Associazione Carcere e Territorio. Domani, sabato 16, aprono gli stand. Per accedere agli spazi è richiesto un contributo di 5 euro con in omaggio il calice ufficiale dell’iniziativa per degustare i vini in vendita. Alle 19 è previsto l’Aperitivo Sotto Ass edio, con la presentazione del progetto di rilancio della Cantina Cremisan, che comprende i vigneti di Beit Jemal e vuole contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione...»

 

Per leggere l’articolo completo, rimandiamo a pagina 14 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 21. In versione digitale, qui.

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