La Zanzara, la trasmissione radio più amataodiata degli ultimi tempi

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Mentre le zanzare si esercitano con soddisfazione nella loro più congeniale attività, esaltate da questa ondata di caldo torrido, La Zanzara va in ferie e prendono il suo posto le repliche del meglio di. Per non lasciare orfani i tanti aficionados del seguitissimo programma che appassiona, indigna e accende gli animi da molti anni sulle frequenze di Radio24. La formula, se di formula si può parlare, sembra essersi consolidata nelle mani dell’eterogenea coppia Cruciani-Parenzo, che proprio sull'onda di autentiche e studiate dissonanze funziona benissimo: alla stregua del famigerato diabolus in musica nel Bolero di Ravel.

Da un lato la voce apparentemente piaciona di Giuseppe Cruciani, suadente e conciliante per meglio intrappolare la vittima di turno, dall'altra l’irritante David Parenzo, col suo timbro giocato sulle corde della petulanza da vecchietta inacidita. I contenuti de La Zanzara sono caleidoscopici, guardano alla varia umanità, ad essa attingono e con questa si misurano. È un bar di paese dove la discussione sfocia spesso in rissa, dove c'è chi sbatte la porta, sferra qualche pugno e fa volare una caterva di insulti assortiti. Gli argomenti dibattuti sono quelli del giorno, o meglio, quelli che, suggeriti dalla cronaca, si prestano meglio al dibattito, che secondo consolidata tradizione viene attizzato dai capipopolo, sotto spoglie di conduttori.

Il meccanismo è volutamente semplice: Cruciani fa la parte dell'accomodante qualunquista, è la voce di pancia della gente, finge di dire le cose pane al pane, vino al vino,e per questo riscuote molte più simpatie del radical Parenzo che, puzza sotto al naso e visione del mondo iperglobalizzata, vuol essere l'incarnazione del perbenismo e della probità ideale declinata in tutte le possibile forme. Uno è l'homo semper erectus, l'altro semper rectus.

Sì, perché molte delle conversazioni che finiscono per coinvolgere un pubblico, dal vario fino al francamente squinternato, hanno per protagonista assoluto e incontrastato il sesso, con le sue tematiche più ordinarie e volgarmente quotidiane. Problemi di orgasmo, lunghezza e forme del pene, curiosità anatomiche femminili, specialità sessuali di vario genere sono doviziosamente dibattuti da pornostar, transessuali e ovviamente puttane di professione: tutti personaggi che, secondo copione, entusiasmano Cruciani e invece scatenano la furia di Parenzo, che a tali piaceri carnali sembra preferire quelli più casalinghi e rassicuranti rappresentati da cenette a base di Camembert e Chablis.

La Zanzara punge, irrita, crea crisi di rigetto, eppure forse per una sorta di inconscio masochismo attrae nel suo gioco, e a restarne fatalmente impigliati sono i personaggi più strani del mondo: quei signor nessuno cui viene offerto di parlare proprio in forza della dirompenza dei loro sproloqui. Rappresentano insomma il prototipo dello scemo del villaggio, che un tempo era additato da tutti, chiamato a riunioni e feste proprio perché faceva ridere. Quindi, se si vuole conoscere a fondo il segreto di questa formula di successo, va cercata solo nella parole chiave di questa epoca: protagonismo.

Chiunque, specie se minus habens, se portatore di testimonianze (con ridicola retorica), se semianalfabeta, non esita a esibirsi senza pudore né coscienza, ignaro delle risate e dei commenti (mai diffusi in rete) che con tutta probabilità riusciranno a suscitare. Diverso è il copione quando arrivano ospiti selezionati, divisi in due precise categorie gli amici e quelli da massacrare. I toni cambiano e le domande sono ben calcolate: la regia c'è, eccome, e niente viene affidato, come sembrerebbe, al caso. Insomma, il semplice ma ben oleato meccanismo è quello antichissimo dei due vigili: uno buono, l'altro cattivo, il primo disposto a conciliare, il secondo intransigente. Ricetta destinata a dare ancora una volta ottimi frutti.

Così a settembre, sparite finalmente le urticanti punture delle zanzare estive, torneranno quelle de La Zanzara: una delle trasmissioni più odiate e amate degli ultimi tempi. Come solo alle stragnocche può capitare, e questo per far felice Cruciani!

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