La Camminata è la riprova che l’Atalanta è una cosa unica

La Camminata è la riprova che l’Atalanta è una cosa unica
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Dentro alla Camminata Nerazzurra ci sono tante cose. I numeri, le immagini e il percorso vengono più o meno raccontati da tutti con grande emozione per l’impatto visivo che regalano, ma ci sono sfumature che, osservate da dentro, rendono la kermesse organizzata dagli Amici dell’Atalanta qualcosa di speciale. Unico. Probabilmente irripetibile a livello nazionale. Fare la Camminata Nerazzurra è qualcosa di speciale e attenzione al verbo: fare, non partecipare. Perché le cose fatte insieme, con tanto trasporto, sono qualcosa di assolutamente incredibile.

 

 

Le famiglie, i bambini, la gioia. La prima immagine che resta di una domenica così è rappresentata dai volti e dai sorrisi dei bambini. Vedere la gioia di chi ha deciso di regalarsi una bella mattinata in marcia verso Città Alta con i colori della Dea addosso è qualcosa di veramente bellissimo. Difficile stimare quanti fossero i piccoli orobici al seguito nel gruppone di quindicimila atalantini presenti, ma di certo parliamo di centinaia e centinaia di bimbi. Di tutte le età, da pochi giorni fino alle scuole medie. Tanti di loro forse non capiscono ancora cosa sia l’Atalanta, non sanno nulla di mercato e di Gasperini, ma con la magliettina firmata Raimondi hanno camminato per 6, 10 o 17 km e alla fine, accaldati e felici, hanno divorato i biscotti del sacchetto merenda seduti a terra sul Sentierone. Il trionfo della semplicità, la semina di una passione per l’Atalanta che inizia molto presto e che in futuro darà certamente un raccolto. Magari c’erano anche tanti piccoli e grandi tifosi di altre squadre, ma l’Atalanta, se vivi a Bergamo, è qualcosa che ti tocca il cuore. Almeno un po’.

 

Foto dalla pagina Facebook "RadioDea"
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Bergamo, semplice e magica. Il secondo aspetto che aiuta a comprendere meglio la cartolina di festa della domenica orobica è la semplicità di Bergamo. La nostra città è bellissima, dalle vie di Bergamo Bassa fino alle Mura ci sono scorci da applausi che lasciano sempre a bocca aperta. I turisti hanno visto sbucare da ogni angolo magliette a scacchi e bandiere della Dea, in tanti magari ci hanno capito poco ma sotto il cielo azzurro e tra le piante verdi che si notavano ovunque le cartoline da applausi non sono di certo mancate. Conosciamo molto della nostra città ma godersela camminando per chilometri attraversando viuzze di cui nemmeno si conosceva l’esistenza è molto particolare. Tutti sanno dove sta Piazza Vecchia, ma nei meandri di Valverde non si passa quasi mai; tante volte si cercano luoghi da visitare prendendo la macchina e macinando chilometri quando basterebbe parcheggiare in via Baioni risalendo verso Colle Aperto lasciandosi cullare dal panorama. Domenica mattina, alla Camminata, è successo proprio questo e tutti ne hanno goduto: qualche fenomeno ha provato a rovinare il momento suonando il clacson perché doveva passare in macchina ma sono dettagli insignificanti di una mattinata perfetta.

 

Il senso di appartenenza: non lo spieghi, lo vivi. Tutto quello che si è visto e vissuto alla Camminata Nerazzurra è stato reso possibile da circa duecento volontari e da una macchina organizzativa che nel tempo si è ormai oliata perfettamente, ma il vero segreto si chiama senso di appartenenza. Non basta realizzare quindicimila magliette e mettere qualche gonfiabile in giro per la città per raggiungere risultati simili, il segreto è nel cuore di tutti i bergamaschi che seguono, conoscono, vivono e tifano Atalanta. Non puoi spiegare in nessun modo a chi non ha mai partecipato alla Camminata, alla Festa della Dea o a una partita allo stadio la grandezza di un sentimento come quello che provano gli atalantini e i loro amici. Alla Dea ti avvicini perché qualcuno ti ci porta, perché inizi a sentire il binomio Bergamo-Atalanta, perché ti stupiscono i colori o il calore che trasmette l’ambiente ma di certo non per i risultati. Sabato abbiamo festeggiato i 55 anni dalla conquista della Coppa Italia 1963: è l’unico trofeo in bacheca eppure domenica mattina c’erano quindicimila persone a fare festa. Non per uno scudetto (se capitasse, un giorno, difficile immaginare cosa potrebbe accadere...) ma per la gioia di essere atalantini. Qualcuno ci è nato, qualcuno lo è diventato ma di sicuro tutti ne sono innamorati. Non lo spieghi, lo vivi.

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