Il giallo per razzismo alla Nord e la bella risposta della Curva

Il giallo per razzismo alla Nord e la bella risposta della Curva
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C’era il rischio di una stangata pesante, quindi è andata pure bene, ma ci sono un paio di cose nel comunicato del giudice sportivo che restano difficili da capire. Atalanta-Napoli, a due giorni di distanza, non è ancora finita: alcuni episodi accaduti quando Mertens ha insaccato l’1-0 e al fischio finale sono stati rilevati dalla Procura federale e martedì 23 è arrivata la sanzione (sospesa con la condizionale) che prevede un turno di chiusura per la Curva Nord nerazzurra.

 

 

La decisione del giudice sportivo. Nel comunicato ufficiale numero 143 pubblicato dalla Lega di Serie A, si legge: «Il giudice sportivo, letta la relazione dei collaboratori della Procura federale nella quale, tra l’altro, si riferisce che i sostenitori della società Atalanta, assiepati nel settore “Curva Nord Pisani” si rendevano responsabili, al 20° minuto del secondo tempo, nel numero di circa 4.000 (rispetto ai 8.068 occupanti), ed al termine della gara, nel numero dei circa 300 ancora presenti, di cori espressione di discriminazione razziale nei confronti del calciatore del Napoli Koulibaly». La decisione viene così spiegata: «Considerato che i cori venivano percepiti da tutti e tre i collaboratori della Procura, posizionati anche in parti dell’impianto distanti dal Settore sopradetto; considerato che in base alla relazione suddetta emergono comportamenti rilevanti per dimensione e percezione reale, a norma dell’art. 11, n. 3, CGS, ai fini della punibilità degli stessi; considerato che sussistono le condizioni per la concessione del beneficio di cui all’art. 16, n. 2bis, CGS; per questi motivi delibera di sanzionare la Soc. Atalanta con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato “Curva Nord Pisani” privo di spettatori, disponendo che l’esecuzione di tale sanzione sia sospesa per un periodo di un anno con l’avvertenza che, se durante tale periodo sarà commessa analoga violazione, la sospensione sarà revocata e la sanzione sarà aggiunta a quella inflitta per la nuova violazione».

Puniti i cori, non la bottiglietta. Da quanto si legge, l’Atalanta è stata punita per i cori razzisti e non per la bottiglietta. Da questo punto di vista è andata pure bene, l’oggetto lanciato in campo non è stato evidentemente rilevato e considerando che dopo Atalanta-Spal, quando venne lanciato un petardo che ferì il fotografo de lospallino.com, sull’Atalanta pendeva una diffida, il rischio di una chiusura della Curva senza condizionale era dietro l’angolo. Il giudice sportivo ha applicato invece un comma del regolamento che permette di punire senza esecutività della pena: nei prossimi dodici mesi non dovrà succedere nulla altrimenti scatterà la doppia chiusura del settore. Nel comunicato ci sono però un paio di dettagli abbastanza clamorosi. I cori che si sono sentiti durante la partita erano certamente evitabili ma sono stati indirizzati (in momenti diversi) anche a Reina, Insigne e Mertens. Non erano cori razzisti ma di disappunto e sono arrivati anche in reazione a comportamenti in campo certamente evitabili: Insigne e Mertens, al pari di Callejon che è stato anche ammonito, hanno reagito con gesti plateali al rumoreggiare del pubblico per alcune situazioni di gioco. Sicuramente in occasione del gol l’esultanza dei giocatori del Napoli sotto alla Norda non ha aiutato a mantenere gli animi sereni e gli insulti vanno sempre condannati; i tre collaboratori della Procura federale sono stati molto precisi anche nella rilevazione numerica dei protagonisti dei cori (4000 in occasione del gol, 300 dopo il fischio finale), e visto come poteva andare si può dire che la stangata è stata evitata.

 

 

Da adesso in poi massima attenzione. Il dato di fatto, da tenere in massima considerazione, è che d’ora in avanti non deve succedere più nulla. La Curva negli ultimi anni ha fatto grandi passi avanti, le reti sono state tolte e gli episodi del passato sono praticamente stati ridotti quasi a zero. È chiaro che diventa complicato controllare migliaia di persone e il gesto sconsiderato di qualche singolo rischia di mettere in difficoltà un settore intero. La condizionale che il giudice sportivo ha applicato è una prova d’appello concessa all’Atalanta cui i tifosi (tutti) dovranno rispondere con maturità. Bergamo e la sua gente non rappresentano una tifoseria razzista, lo striscione esposto domenica per salutare Boukary Dramè è solo l’ultima dimostrazione di come non ci siano preconcetti razzisti che invece abitano in altre curve del nostro campionato ma a questo punto è doveroso controllarsi anche quando dentro una partita qualche giocatore scatena un gesto di disapprovazione: meglio un fischio che un “buu” visto che può essere mal interpretato. I fari adesso sono accesi e puntati verso la tifoseria quindi serve uno sforzo da parte di tutti per evitare punizioni esemplari.

 

 

La risposta della Nord. La mattina del 24 gennaio, sulla pagina Facebook "Sostieni la Curva", la Nord ha voluto rispondere all'ammonizione del giudice sportivo attraverso un comunicato stampa che respinge le accuse di razzismo elencando una lunga (e più che esauriente, ci permettiamo di aggiungere) lista di esempi di situazioni in cui i ragazzi della Curva si sono dimostrati tutt'altro che razzisti. Allo stesso tempo, però, nel comunicato si rivendica il diritto allo sfottò e al legame con la propria terra. Parole che non possiamo che sottoscrivere. Ecco il testo completo del comunicato:

MA QUALE RAZZISMO?
IL NOSTRO È STORICO CAMPANILISMO

Noi polentoni, voi terroni! L'ipocrisia che negli ultimi anni accompagna il mondo del calcio sta toccando livelli davvero imbarazzanti ed, ora, addirittura offensivi verso una tifoseria intera. Sì perché definire la tifoseria Atalantina razzista è offensivo verso le migliaia di tifosi, ultras, simpatizzanti che MAI negli anni hanno dimostrato discriminazione verso il colore della pelle.

I fischi ed i buuu si facevano negli anni a Totti, Del Piero ed altri giocatori solo per rivalità calcistica per ciò che rappresentavano, non per il colore della pelle. Come può essere razzista una Curva che negli ultimi dieci anni ha raccolto circa 90.000 euro per sostenere un centro riabilitativo per bambini in Ruanda? Come può essere razzista una Tifoseria che ha raccolto 20.000 euro per lo tsunami che ha colpito il sud-est asiatico nel 2004?

Il campanilismo fa parte della nostra Storia calcistica, ma prima di tutto sociale, ed allo stadio la si vive con grande passione. Accusiamo altri di razzismo quando ci danno dei contadini che zappano la terra?! Noi siamo orgogliosi di questo, di essere umili ma concreti, proprio come il nostro Popolo.

Essere tacciati di razzismo ci ferisce nell'orgoglio, ben consci di non essere caduti nelle provocazioni di miliardari arroganti che giocano a fare gli uomini.

La nostra terra ha sempre accolto con calore e serietà tutti. Da Makinwa (che qualcuno voleva nominare addirittura Sindaco) passando ad una bandiera che la scorsa stagione ha lasciato il calcio. Parliamo di Giulio Migliaccio, nato a Mugnano di Napoli, orgogliosamente partenopeo ma adottato da noi Atalantini. Un Uomo che, ancora oggi, viene visto come un esempio di serietà e professionalità in campo e fuori. E basta guardare le sue lacrime per capire quanto Bergamo gli abbia e gli voglia davvero bene.

Non accettiamo l'etichetta di razzisti, ma rivendichiamo di poter vivere le nostre rivalità, calcistiche e di campanile, con fantasia e libertà.
Senza ipocrisia!

Curva Nord Bergamo 1907

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