Ma seriamente qualcuno non lo beve?

Il cafonometro dei tipi da caffè Dieci variazioni cafone sul tema

Il cafonometro dei tipi da caffè Dieci variazioni cafone sul tema
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Vera e propria bandiera del made in italy, collante delle relazioni sociali, abitudine radicata, estetica, culturale, alimentare. Puoi togliere l'italiano dal caffè, ma non il caffè dall'italiano. Ecco le principali variazioni cafone sul tema.

 

10) «Io se non prendo il caffè...»

Varie sciagure capitano a coloro che esordiscono con questa frase. Per qualcuno il caffè è indispensabile come l'ossigeno: narcolessia, colpi di sonno improvvisi, improduttività per 24 ore, mal di testa, difficoltà di concentrazione. Molto cafone ma divertente è servire un decaffeinato e notare la forza di un effetto placebo di rara potenza, pari a quella di una dose massiccia di caffeina.

Livello cafonaggine: dipendenza.

Piace perché: comunque, senza caffeina non si vive. Ma se non lo prendi non ti svegli, se lo prendi non dormi.

 

9) Unità giornaliere consumate

La gara fra i caffeinomani è una gara sulle quantità. Il numero di tazzine consumate si unisce alla distribuzione durante la giornata. Ci sono le allodole che ne bevono molti la mattina, altrimenti (vedi punto 10)... Ma quello delle 17 è l'ultimo. Poi ci sono i gufi che possono berne anche dopo cena, «tanto non mi fa niente». È una gara che ha una sola regola: sparare una cifra superiore alle dieci unità minerà la credibilità della persona, che verrà apostrofata come «il solito esagerato».

Livello cafonaggine: olimpionica.

Piace perché: tutti mentono.

 

8) Le ordinazioni

Si può imparare molto su una persona osservando le sue abitudini in fatto di caffè. Vanitoso? In vetro. Indeciso? Macchiato caldo. Allontanarsi immediatamente: macchiato freddo. Over 50? Corretto. 8 del mattino? Cappuccino. Vizioso? Solo al bar. Diffidente? Solo a casa. Pazzo incosciente? Amaro. Problemi di identità? Ginseng. Persona da frequentare? Normale.

Livello cafonaggine: in tazza grande.

Piace perché: rivelatore.

 

7) Il caffè in Italia vs Il caffè all'estero

A Roma lo prendi seduto, a Milano lo butti giù al volo in piedi al bancone. A Napoli è un rito, «una scusa per dire a un amico che gli vuoi bene», dice De Crescenzo. Paese che vai, usanza che trovi; l'italiano in trasferta fuori sede non potrà astenersi dal commentare i costumi locali. Sostenere che da Roma in su sia terribile è consentito solo se si abita a Nord del Tevere. Altrimenti astenersi dal dichiarare questa grandissima verità. «Sarà l'acqua», un evergreen che salva sempre. Grande termometro del servizio del bar, il bicchierino d'acqua: si ritorna sempre in un bar dove non hai dovuto chiederlo. Una grande bugia che tutti hanno detto almeno una volta: «Un giorno di questi ci prendiamo un caffè». Il caffè all'estero, invece, fa sempre schifo. Sostenere il contrario è chic, ma intellettualmente disonesto.

Livello cafonaggine: campanilismo.

Piace perché: ci hanno scritto anche delle canzoni.

 

6) Filonapoletana vs filomoka

Filonapoletana? Un grande, grandissimo momento del made in Italy. Non proprio un oggetto facile da usare, solo per puristi del caffè. Tenerla senza usarla assume i contorni del gesto di rispetto. Ricordare la fidanzata napoletana e giocare sul doppio senso sostantivo-aggettivo si può evitare. Filomoka: capolavoro del design italiano, appagante all'occhio, compagna di vita. Il rumore del caffè pronto, non è forse questo il bello della vita?

Livello cafonaggine: classico italiano.

Piace perché: non c'è bisogno di dirlo.

 

5) Il caffè cinematografico

Il beverone nel bicchiere di carta coperto con tappo forato per le scene di esterna, la tazza con qualche logo ridicolo in interna. Rivelatore di condizione esistenziale tormentata, poche ore di sonno e molto lavoro per gli uomini, giornata frenetica e di corsa in equilibrio su scarpette improponibili per le donne. Uomo + donna + caffè rovesciato sulla camicia bianca = i due andranno a letto insieme: è vero solo nei film. Nella realtà, il rancore derivante da un tale incidente sarà eterno.

Livello cafonaggine: commedia americana.

Piace perché: commedia americana.

 

4) Il deca

Leggenda narra che il padre dell'inventore del processo di decaffeinizzazione, Ludwig Roselius, sia stato avvelenato dalla caffeina. Sono giustificati ad assumere il decaffeinato senza incorrere nel reato di vilipendio alla bandiera solo: donne incinte, soggetti sottoposti a cure farmacologiche incompatibili, consumatori allodole (per il dopo cena), allergici e persone che hanno subito un trauma da avvelenamento da caffeina. Il resto è inaccettabile. Inescusabile.

Livello cafonaggine: oltraggioso.

Piace perché: può capitare a tutti.

 

3) Chi non lo breve

Eroi? Bestie di Satana? Alieni? Miracolati? Allergici? Un grande mistero.

Livello cafonaggine: «Per me no, grazie!»

Piace perché: qualcuno ne conosce?

 

2) I nomi delle cialde

Nomi di città, di Stati, aggettivi esotici, sostantivi in napoletano. Per venderle, devi essere vestito come un manager, avere la forza propositiva di un commerciale e la padronanza di linguaggio di un sommelier. Troppo.

Livello cafonaggine: «Caffè complesso e contrastante».

Piace perché: un packaging accattivante è parte del prodotto-

 

1) George Clooney

George, hai rotto.

Livello cafonaggine: what else?

Piace perché: George!

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