Lo zaino da 90 litri e...

Pensieri segreti di una commessa Gli aspiranti pellegrini di Santiago

Pensieri segreti di una commessa Gli aspiranti pellegrini di Santiago
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La voglia di vacanze non si esaurisce solo con gli appassionati della spiaggia. C’è una fetta sempre più consistente di vacanzieri alternativi, che invece di spaparanzarsi in spiaggia decide di partire con lo zaino in spalla. Sì, sto parlando di te, pellegrino per caso che decidi di affrontare il Cammino di Santiago. Ormai se non hai mai espresso almeno una volta la volontà di farlo, non sei degno di comprare uno zaino.

Modalità avventura. Allora inizia l’organizzazione, perché fare il Cammino, questo sì che è un viaggio, bisogna essere pronti, documentarsi e stendere un piano dettagliato degli oggetti necessari. Altro che ombrelloni e infradito, il cliente-pellegrino passa davanti al reparto vacanze con sguardo schifato; ormai lui appartiene a un’altra categoria, quella degli avventurieri. Gira già con la conchiglia appesa ai pantaloni da due settimane, per non lasciare proprio dubbi sulle sue profonde scelte di viaggio.

 

 

Lo zaino. Si fionda infatti sul reparto zaini. La scelta può durare dalle due alle tre ore; slaccia ogni fibbia, controlla ogni tasca e se li prova in spalla da provetto Indiana Jones. Timoroso che non possa contenere tutto il necessario, ne sceglie uno da novanta litri in cui potrebbe caricare anche sua nonna. Non tiene in conto che lo deve poi trasportare sulle spalle e non in un carrello.

Pacchi di calze e cerotti. Ora che ha lo zaino, lo deve riempire. I suoi amici che tutte le mattine vanno a fare escursionismo a Oriocenter in galleria gli hanno detto che deve per forza comprarsi dei calzini di spugna e dei cerotti per le vesciche, che sicuramente gli verranno. Per non correre il rischio di restare scalzo compra sei pacchi di calze da tennis lunghe e un bancale di cerotti, così li potrà spartire con tutti i giapponesi che incontrerà, che - non si sa come - non ne possiedono mai. La commessa ha individuato ormai la tipologia di pollo, e ora lo segue per fare un rapido calcolo di quante cose effettivamente abbandonerà lungo la via dopo il primo giorno di cammino. Siamo per ora a qualche paio di calzini, ma si sta dirigendo verso il reparto abbigliamento tecnico.

 

 

Abbigliamento tecnico e accessori. E certo, vorrai mica andare in cammino con dei banali pantaloncini e una maglietta bianca? Abbigliamento tecnico da olimpiade: pantaloncino traspirante da salita, da discesa, da pioggia, da vento e da sera; maglietta asciuga sudore nei sette colori dell’arcobaleno e naturalmente un cappello da pescatore. Non si capisce perché, ma non sei in cammino se non indossi un cappello color cachi che mette in dubbio il tuo quoziente intellettivo. Il suo zaino pesa già più di lui, ma manca ancora una buona fetta di equipaggiamento. La borraccia per esempio. Non basta una borraccia semplice, di plastica o alluminio di quelle che usano i ciclisti. Il nostro cliente vuole il top. Borraccia da cintura con cannuccia termoregolante che passano dietro la schiena e sotto il cappello.

Partenze intelligenti? Se ve lo immaginate con indosso tutti gli accessori acquistati finora inizia già ad assomigliare a una specie di one-man-band, con la differenza che dovrà camminare sotto il sole cocente di agosto per trenta chilometri al giorno. Che non è esattamente la stagione migliore per fare un pellegrinaggio, a meno che tu voglia proprio emulare i quaranta giorni di Gesù nel deserto con tanto di apparizione del demonio che ti offre Coca Cola ghiacciata. Comunque, lui sta partendo proprio a cavallo di ferragosto. La commessa ci pensa, è tentata di avvisarlo e salvargli la vita, ma poi si ricorda di Darwin e si inchina agli infiniti meccanismi della natura.

 

 

Integratori. Siamo all’acquisto degli integratori. Il nostro pellegrino sta riflettendo sul caldo, se suda dovrà reintegrare. Ovviamente orientarsi nello scaffale degli integratori è impossibile, una volta ho persino chiesto consiglio a un medico che, dopo un’ora di lettura delle etichette mi ha dato in mano un pacco di sale e uno di limoni; viva la sincerità. Ma lui, il nostro viaggiatore in procinto di disidratarsi al solo pensiero della strada, non sa proprio che pesci pigliare e quindi riempie il carrello con una bustina solubile per tipo. Tutti i gusti, dal mango al barbecue, almeno con uno ci prenderà.

Niente cartina, solo gps. L’ultimo accessorio è ovviamente la cartina, per non perdere la strada. Il nostro viaggiatore sfoglia velocemente e con poca convinzione la miriade di libretti che ormai sono in commercio sul cammino di Santiago. Lui vuole qualcosa di più, certo che questo sarà solo l’inizio della sua carriera da escursionista. Fa la sua domanda alla commessa. «Non avete un gps da escursionismo? Sa, sto per fare un viaggio», dice con aria di mistero. La commessa ha già notato da tempo la conchiglia, prova a dirottarlo su acquisti più ragionevoli. «Ci sono queste guide, alcune sono leggere e essenziali». «No, la carta pesa, devo fare attenzione a quanto carico il mio zaino. Vorrei proprio uno di quegli aggeggi da attaccare al collo e con le mappe dei sentieri». Darwin aveva ragione, pensa lei guardando il suo carrello stracolmo. La commessa tira fuori dalla vetrinetta il modello più costoso e lo mette in mano al nostro spocchioso turista. Vorrebbe dirgli che potrebbe proprio partire senza niente, che tanto sul cammino di Santiago esiste una freccia gialla ogni venti metri e che quindi non ti potresti perdere nemmeno se fossi un turista americano in infradito, ma poi lui saluta dicendo «Buen Camino». La commessa sorride, ma lei sa che non hai comprato il sacco a pelo e dentro di sé ti sta augurando di incontrare tante cimici del letto, o giapponesi.

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