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8 splendidi luoghi bergamaschi per le Giornate di Primavera del FAI

8 splendidi luoghi bergamaschi per le Giornate di Primavera del FAI
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Il weekend del 19 e 20 marzo andrà in scena la 24esima edizione della Giornate FAI di Primavera, ovvero l’evento attraverso cui il Fondo Ambiente Italiano apre le porte di luoghi d’arte e meraviglie naturali del nostro Paese a tutti coloro che sono interessati a scoprirne bellezze nascoste e gioielli poco noti. Saranno 900 le aperture straordinarie proposte in 380 località sparse in tutte le regioni, che rappresenteranno l’Italia in tutti i suoi aspetti, dall’arte all’industria, dalla vita sociale al paesaggio. Anche quest’anno, a rendere possibile tutto questo, saranno 7mila volontari FAI e 30mila ragazzi delle scuole, che vestiranno i panni di “apprendisti Ciceroni” aprendo le porte e raccontando al pubblico la storia di 270 luoghi di culto, 250 palazzi e ville, 30 borghi e quartieri, 60 castelli e torri, 2 musei di importanza internazionale, 80 piccoli musei, archivi e biblioteche. Senza contare parchi, aree naturalistiche e archeologiche, edifici di archeologia industriale, accademie, strutture sportive storiche, musei aziendali, teatri e anfiteatri, frantoi, aziende agricole e cantine vitivinicole. Insomma, un evento veramente imperdibile, che sarà accompagnato tutta la settimana in corso (dal 14 al 20 marzo) anche da un’apposita campagna tv, intitolata Insieme possiamo cambiare l’Italia. Ricordiamocelo,e promossa da FAI e Rai: una maratona televisiva tesa a raccontare luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro patrimonio d’arte e natura, invitando tutti a sostenere la missione del Fondo.

 

 

A quella che viene definita con orgoglio dal FAI «la più grande festa di piazza d’Italia», potranno partecipare tutti quanti, usufruendo delle aperture straordinarie di luoghi meravigliosi poco conosciuti. Gli iscritti al FAI, inoltre, avranno diritto a corsie preferenziali e luoghi aperti in esclusiva soltanto per loro. Accedendo all’area del sito riservata agli iscritti, inoltre, sarà possibile scaricare gli itinerari pensati per chi vuole immergersi nella natura o muoversi con i bambini e avere la mappa completa di tutte le aperture straordinarie di questa 24esima edizione. Se alle visite o alle passeggiate preferite le due ruote, sappiate anche quest’anno il FAI organizza, in concomitanza delle Giornate di Primavera, anche le biciclettate FIAB, ovvero itinerari tra luoghi nascosti e bellezze artistiche e della natura da vivere pedalando.

La Giornate di Primavera del FAI a Bergamo. Scopriamo insieme quali luoghi sarà possibile visitare nella provincia di Bergamo, con i volontari FAI che ci guideranno alla scoperta di 8 luoghi di arte e natura. In più sarà organizzata anche una biciclettata.

 

1) Borgo antico e studio del notaio Bonetti
 Roncobello, via Stella Alpina

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Tra le 10 e le 17 di sabato 19 e domenica 20 marzo, sarà possibile scoprire questo luogo dimenticato della storia bergamasca. A rendere possibile la visita saranno i volontari FAI, oltre che la collaborazione con il Bene FAI - Mulino “Maurizio Gervasoni”. Per gli interessati, il punto di partenza è il sacrato Chiesa di San Giacomo Apostolo, al cui interno è possibile godere della bellezza di un quadro attribuito a Palma il Vecchio. Da lì si prenderà poi l’antica strada “Càalera” (diventata oggi segnavia CAI), che attraversa il borgo antico di Bàresi di Roncobello. Per chi ama i paesaggi rurali e i tuffi nella storia, semplice, della nostra gente.

 

2) Mulino “Maurizio Gervasoni”
 Roncobello, via Oro

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Stiamo parlando di un luogo in realtà aperto quasi tutto l’anno, ma per l’occasione visitabile dalle 10 alle 17 sia di sabato 19 che di domenica 20 marzo. Per la sua rilevanza storica, etnografica e antropologica (tutta l’area, infatti, reca tracce di insediamenti abitativi risalenti all’Età del Bronzo), il Mulino è stato sottoposto a vincolo dal Ministero per i Beni le Attività Culturali. Nel 2003 è stato inoltre il secondo bene più votato nel censimento, bandito dal FAI, “I luoghi del Cuore”. Situato in una splendida radura dell’alta Val Brembana, è stato restaurato grazie alla collaborazione tra Fondo, famiglia Gervasoni e Banca Intesa e dal 2006 è aperto al pubblico in tutto il suo splendore. La sua costruzione risale addirittura al 1600 ed è il simbolo di un glorioso passato economico e storico che ha visto riuniti in un solo edificio a più corpi, in tempi diversi, non soltanto l’attività di mugnaio e di torchiaro, ma anche quella del fabbro quando le miniere di ferro dell’alta Val Brembana a Nord di Carona erano ancora in funzione. Sul finire del 1700, quando Napoleone dominò la scena mondiale, in questo maglio si produssero anche armi. Oggi il FAI ne ha affidato la gestione alla Associazione Maurizio Gervasoni Onlus.

 

3) Chiesa di San Giacomo Apostolo
 Roncobello, via Stella Alpina

Dalla sua sacrestia parte l’escursione alla scoperta delle bellezze del borgo di Bàresi, ma non si può evitare di visitarla (10-17 sabato 19; 10-16 domenica 20 marzo). Fu costruita nel 1463 sulle rovine di un oratorio dedicato a San Giacomo e a San Nicola da Tolentino, per indulto di Antonio della Pianca, vicario generale del vescovo Giovanni Barozzi. La chiesa parrocchiale fu poi consacrata nel 1776, con il titolo di San Giacomo maggiore. Al suo interno, oltre che ripercorrerne la storia grazie ai volontari FAI, sarà possibile anche trovare un meraviglioso quadro che si ritiene opera di Palma il Vecchio.

 

4) Chiesa di San Giorgio in Lemine
 Almenno San Salvatore, via San Giorgio

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All’interno dell’itinerario rinominato “La piana degli Almenno: itinerari di arte e di fede”, uno dei luoghi aperti in queste Giornate di Primavera è la chiesa di San Giorgio in Lemine di Almenno San Salvatore (sabato 19 e domenica 20 marzo dalle 9.30 alle 17.30). Si tratta di un edificio ecclesiale romanico risalente all’XI-XII secolo e che, assieme alla Rotonda di San Tomè, si inserisce nel ciclo romanico tipico dell’arte bergamasca medievale. Non c'è una documentazione certa sulla sua fondazione né sulla sua datazione, nonostante gli studiosi si siano esercitati in una serie di ricerche storico-archeologiche al riguardo. L’unica data certa è il 1171, in cui risulta che la chiesa esisteva, mentre si può ragionevolmente escludere un'iniziativa popolare nella sua costruzione, poiché il comprensorio era sottoposto secondo un rapporto feudale all’episcopato di Bergamo, istituzione potente sia sotto l'aspetto politico-militare che economico. Dopo circa cinque secoli di storia altalenante, la chiesa tornò ad essere importante per il territorio circostante nel 1630, quando la peste colpì duramente il territorio di Lemine, ora Almenno, causando un impressionante numero di morti ai quali bisognava dare sepoltura, e per questa funzione la chiesa San Giorgio con il suo piccolo cimitero risultò particolarmente idonea: isolata nei campi ma facilmente raggiungibile, rappresentò la soluzione ideale. Da allora si caratterizzò come la chiesa dei Morti, mantenendo questa funzione anche dopo la fine della peste e si creò, in maniera inconsapevole, l’usanza di seppellire i propri morti nel cimitero di San Giorgio, quasi una moda che crebbe al punto da farvi istituire, nel 1761, una cappellania per i suffragi funebri. Purtroppo il secolo XIX segnò un progressivo abbandono dell’antica chiesa, che solo nel XX secolo fu riscoperta, quando si cominciò a rivalutare gli affreschi come uno dei più importanti esempi di quest’arte nell’area lombarda. Gli affreschi sono opere di grande bellezza e compiutezza artistica, che si svolgono con un movimento filmico coprendo i diversi periodi storici in cui sono stati realizzati.

 

5) Chiesa di Santa Caterina di Tremozia
 Almenno San Salvatore, via Castello Rescanzi

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All’interno dell’itinerario rinominato “La piana degli Almenno: itinerari di arte e di fede”, uno dei luoghi aperti in queste Giornate di Primavera è la chiesa ed ex convento di Santa Caterina di Tremozia (sabato 19 e domenica 20 marzo dalle 9.30 alle 17.30). All’esterno le strutture non sono distinguibili perché si presentano come una casa racchiusa tra le altre abitazioni. Unico elemento particolare è la porta con tre gradini, con architrave poggiante su due mensole e con soprastante lunetta. L’ex convento è una piccola porzione di fabbricato attiguo alla chiesa. La realizzazione di questo doppio edificio fu opera di tre giovani del paese, Maria Gavazzeni, Cristina Manglini e Angelina Gavazzeni, che decisero di rinunciare ai loro beni per dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza. La pestilenza del 1513 provocò la morte di Angelina, ma diede una spinta verso la nascita del convento: Maria e Cristina abbracciarono la regola benedettina con i nomi di suor Caterina e suor Monica. Il padre di suor Caterina donò l’edificio per la vita in comune e qui, nel 1515, fu ricavata anche una chiesina. La vita del convento fu piuttosto turbolenta e durò poco più di quarant’anni. L’interno della chiesa è noto soprattutto per i suoi meravigliosi affreschi: i più importanti si trovano sopra l’arco del presbiterio, cioè la Crocifissione tra la Deposizione dalla croce e le Mistiche nozze di S. Caterina; sulla parete destra c’è invece il racconto della vita di S. Caterina d’Alessandria in sei scene e le immagini mutili di S. Monica e S. Nicola; in alto, infine, affreschi sovrapposti di S. Francesco d’Assisi. Eccetto quello di S. Francesco, gli affreschi risalgono ai primi tempi del convento. Pur essendo coevi, non sono del medesimo autore: la Crocifissione e la Deposizione sono di un bravo pittore anonimo. La struttura fu abbandonata ai primi dell’Ottocento e cadde nel degrado, fino a quando, nel 2010, è stata sottoposta a un importante lavoro di restauro che ha rimesso in luce l’originale struttura e il prezioso ciclo di affreschi.

 

6) Chiesa di Santa Maria della Consolazione,
nota anche come Chiesa di San Nicola e Complesso Monastico
 Almenno San Salvatore, via Convento

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Visitabile sia il sabato che la domenica dalle 9.30 alle 17.30, questa chiesa si trova in una posizione meravigliosa, ovvero sulla sommità di una collina della contrada la Porta, circondato a Est e a Sud da vigneti e a Ovest da un antico insediamento. Il complesso è costituito da tre corpi di fabbrica: la chiesa con la sagrestia del XV secolo; il campanile completato sul finire del XVI secolo; il monastero con il chiostro, datato sempre ai primi anni del ‘500. La sua nascita è dovuta ad una pestilenza che imperversava negli anni 1483-84, quando gli almennesi fecero voto a Dio che avrebbero costruito una cappella in onore dei santi Sebastiano e Rocco, protettori contro le malattie infettive, se il contagio fosse finito presto, cosa che avvenne. Nel 1485, però, mentre già si pensava di avviare i lavori, la predicazione del frate agostiniano Alberto da Sarnico convinse la popolazione a edificare invece della cappella progettata una chiesa intitolata a Santa Maria della Consolazione e un monastero per gli Agostiniani Eremitani. Il comune donò allora a fra' Alberto un terreno ad Almenno Alto per tale scopo. I frati preferirono però far sorgere il convento nella contrada la Porta, in un luogo aperto sulla collina di Umbriana. Qui dapprima edificarono un primo “conventino” con cappella e alcune stanze per i religiosi, tuttora visibile sulla piazza antistante la chiesa; poi, acquistati con le elemosine raccolte alcuni terreni poco discosti, nel 1488 costruirono la chiesa e il monastero di Santa Maria della Consolazione. I lavori di costruzione si protrassero per diversi anni e si conclusero intorno al 1510. La chiesa fu consacrata il 16 novembre 1518.

 

7) Chiesa del Santissimo nome di Maria
 Capriate San Gervasio, località Crespi d’Adda, via Marconi 15

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Aperta sabato 19 marzo, dalle 9.30 alle 16, e domenica 20 marzo, dalle 11 alle 16, si tratta della chiesa di Crespi d’Adda, ovvero il villaggio operaio situato a Capriate e dal 5 dicembre 1995 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La chiesa fa parte delle opere sociali che dal 1892 vengono realizzate per la comunità di Crespi. L’edificio in stile rinascimentale accoglieva una messa alle 6.30 nei giorni feriali (prima del turno di lavoro) e due la domenica. Si tratta di una copia esatta in scala della chiesa di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio. Di scuola bramantesca, la famiglia del fondatore Cristoforo Benigno Crespi la volle riproporre nel villaggio, segno di affetto verso il paese d'origine e verso la cultura italiana: presenta infatti i caratteri armoniosi e puliti tipici dell’architettura rinascimentale. La sola variante introdotta rispetto alla chiesa di Busto sta nell’avere tenuto il piano del pavimento rialzato di circa 70 centimetri sul piano della circostante piazza, con l’aggiunta di uno zoccolo in ceppo del paese e di una scalinata in marmo di Verona in corrispondenza della porta della chiesa. Il materiale impiegato per le parti architettoniche delle cornici del loggiato ottagonale che recinge la cupola è il marmo chiamato cengia di Verona, alternato al rosso sempre di Verona per le colonnine del loggiato e per la porta principale: nella chiesa di Busto Arsizio venne invece impiegata la pietra di Breno. Bellissime anche le decorazioni pittoriche, concluse da Luigi Cavenaghi nel 1895. Del 1921 sono invece gli angeli in adorazione del milanese Carlo Prada, situati ai quattro angoli, e i tre affreschi di Ferdinando Monzio Compagnoni intorno all’altare.

 

8) Palazzo Frizzoni
 Bergamo, piazza Matteotti

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Chiude l’elenco dei luoghi bergamaschi aperti in occasione della 24esima edizione delle Giornate di Primavera del FAI il municipio di Bergamo, ovvero Palazzo Frizzoni (sabato 19 e domenica 20 marzo dalle 9.30 alle 17.30). Si tratta di un edificio realizzato dal Vantini fra il 1836 e il 1840 per la famiglia Frizzoni. Nel 1927, Enrico Frizzoni destinò per testamento la sua residenza di famiglia a sede del Municipio. Attraversato il grande portone che si apre nella facciata esterna oltre l’atrio di ingresso, si apre un portico con otto colonne d’ordine ionico e soffitto a cassettoni, sovrastato dal “piano nobile” cui si accede attraverso lo scalone. Il palazzo ospita l’aula consiliare decorata tra il 1948 e il 1949 dai giovani allievi dell’Accademia Carrara sotto la guida del maestro Achille Funi e dell’architetto Pino Pizzigoni. L’esperienza dell’architetto Vantini è evidente nella distribuzione degli spazi, interessanti sia per i pavimenti a mosaico veneziano, sia per le decorazioni a stucchi e per gli affreschi. In particolare il pavimento a mosaico nella Sala degli Specchi fu disegnato dallo stesso Vantini con al centro lo stemma della famiglia Frizzoni.

 

La biciclettata del gruppo FIAB Bergamo Aribi
– Visita al museo dei Magli di Sarezzo (BS) 

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Per chi alle escursioni a piedi preferisse le gite in bicicletta, l’Associazione per il Rilancio della Bicicletta di Bergamo (aderente FIAB) organizza in occasione delle Giornate di Primavera FAI questa bella escursione in territorio bresciano. Il ritrovo è previsto alle ore 9 nel piazzale antistante la stazione di Ospitaletto. Alle 9.15 si parte, direzione Sarezzo. Un bellissimo percorso attraverso la Franciacorta, con qualche breve saliscendi (dislivello totale 300 m) e caratterizzato da strade secondarie e dalla ciclabile della Val Trompia. L’arrivo è previsto per le 11 circa, con visita al complesso del museo dei Magli. A seguire sosta a Sarezzo per pranzo al sacco. La partenza per il rientro a Ospitaletto è prevista alle 14, seguendo un percorso alternativo. L’ingresso al museo, per l’occasione, sarà gratuito, mentre è richiesto un contributo di 1 euro (per i soci FIAB e Aribi) o di 2 euro (per i non soci) come assicurazione per infortuni e responsabilità civile. I non soci dovranno presentarsi al via con il modulo di partecipazione compilato (lo potete trovare QUI).

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