Punte di diamante

Alpinisti bergamaschi di oggi I dieci (più una donna) da seguire

Alpinisti bergamaschi di oggi I dieci (più una donna) da seguire
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Bergamo e la montagna sono legati da rapporto di amore incondizionato; tra le cime e la città c’è un dialogo, un dare e ricevere di cui abbiamo conosciuto la forza settimana scorsa nell’Orobie Ultra Trail. Il concetto di montagna è sinonimo di fatica, sacrificio, fede; se vogliamo trovare una sublimazione di tutto ciò non possiamo non rivolgerci all’alpinismo e alle sue storie, ai suoi uomini più grandi. Questo significa cercare, all’interno di una popolazione già forte, tenace e caparbia come quella bergamasca, le punte di diamante indistruttibili, quegli uomini che gettano il cuore oltre l’ostacolo ogni volta che salgono su una cima.

Tra figure storiche ed altre affermatesi più di recente, vi vogliamo raccontare quelli che attualmente sono i dieci migliori alpinisti bergamaschi, più una donna, che tiene alta la bandiera dell’orgoglio femminile in questa disciplina estrema.

 

Mario Curnis

Una leggenda: classe 1936 e alpinista da sempre, nel 2002 ha raggiunto la cima dell’Everest all’età record di 66 anni. Curnis vanta un’intensa attività sia sulle Alpi che su altre catene sparse nel mondo, ha aperto numerose vie anche in invernale. In Italia ha frequentato molto le Orobie, ovviamente, e poi le Dolomiti, il gruppo dell’Adamello, della Presanella, del Bernina e altri. Ha partecipato anche a diverse spedizioni fuori dall’Europa: in Perù, Patagonia, all’Everest (1973), al Lhotse (1975, con Messner), al Makalu (inverno 1980). Tra il 1999 e il 2000 ha salito vari 7000 m e anche Cho Oyu (8201 m).

 

Simone Moro

Di un’altra generazione rispetto a Curnis, è un classe 1967, ma di simile tempra. Ha salito per la prima volta in invernale tre 8000 m: lo Shisha Pangma, il Makalu e il Gasherbrum II tra il 2005 e il 2011. Ha salito metà dei quattordici monti che superano gli 8000 m. La passione per l’alpinismo nasce presto in lui, a 13 anni inizia a praticare arrampicata. Nel 1985 comincia a dedicarsi all’arrampicata sportiva e nel 1992 apre la sua stagione himalayana, che lo vedrà grande protagonista. Per l’ascensione del 2009 al Makalu si complimentò anche Messner sulla Gazzetta dello Sport: «Davvero una delle grandi ascensioni degli ultimi anni».

 

Ivo Ferrari

Nato a Treviglio nel 1968, è un fuoriclasse. Si definisce «idraulico di professione e alpinista per diletto», ma dietro questa modestia ci sono tante imprese compiute. Ha al suo attivo un notevole numero di prime salite e prime ripetizioni su roccia e su ghiaccio. Predilige grandi pareti sconosciute, isolate e solitarie: tra queste Ferrari ha frequentato assiduamente la Valle di San Lucano, silenziosa e selvaggia. Memorabili alcune sue salite in solitaria sulle Alpi e nella Valle. Ama ogni aspetto della montagna ed è appassionato di letteratura di letteratura montana, oltre che della storia dell’alpinismo.

 

Ennio Spiranelli

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«Mio papà era cacciatore, io ho iniziato a frequentare la montagna andando a caccia con lui e i suoi amici. Mi facevano fare il cane, il cane da ferma. Mi infilavo dentro i boschetti per fare involare i galli e le coturnici. Poi ho iniziato facendo un corso di scialpinismo al CAI di Nembro, era il 1978, avevo 16 anni. Mi è rimasta attaccata addosso la passione, non quella per la caccia ma quella per la montagna». Bastano queste parole a spiegare tanto, forse tutto: l’amore per la montagna si è attaccato addosso a questi uomini quando erano giovani e da lì non li ha più lasciati, costringendoli quasi a inseguire una vetta dopo l’altra. Spiranelli, classe 1962, membro del CAAI, vive e lavora a Nembro, dove ha una piccola azienda.

 

Yuri Parimbelli

Quarantenne di Seriate, è una figura di punta dell’arrampicata bergamasca: svolge il lavoro di guida alpina. È noto per la sua attività sulle cascate di ghiaccio e per le salite in Presolana e sulle Orobie in generale. Ha compiuto spedizioni extra-europee, ad esempio in Patagonia e Pakistan. Possiamo definirlo uno specialista del ghiaccio.

 

Tito Arosio

Nel marzo scorso ha ricevuto per la quarta volta consecutiva il Premio alpinistico Marco e Sergio Dalla Lunga, che viene assegnato al miglior alpinista dell’anno. È molto giovane, classe 1987: la sua ultima impresa è stato il completamento della via El Malefico Sefkow sulla parete ovest del Monte Quesillo nella Cordillera Huayhuash, in Perù, insieme agli amici Luca Vallata e Saro Costa.

 

Maurizio Tasca

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È un giovanotto di Seriate del 1991. Nell’autunno scorso è entrato, insieme ad altri tre giovani scalatori, nei Maglioni Rossi dei Ragni di Lecco. La passione è iniziata casualmente non più di sei anni fa, quando ha provato la prima scalata in una palestra. Dopo pochi anni di attività viene preso a sorpresa nei Ragni di Lecco; significa che l’alpinismo ce l’aveva proprio nel DNA. Altri alpinisti come Fulvio Zanetti ne confermano le doti di grande scalatore.

 

Fulvio Zanetti

Nel 2012 ha vinto il Premio del Pubblico nella rassegna alpinistica Marco e Sergio Dalla Longa, per la scalata della parete sud della Marmolada. Si è cimentato in molte vie impegnative a livello locale. Ha scritto alcuni articoli raccontando le sue imprese: nel 2013 ha aperto La Fiamma al Pinnacolo di Maslana con Ernesto Cocchetti e poi con il giovane Maurizio Tasca, mentre quest’anno ha aperto la via Due di picche, sulla nord dello spallone del Becco, insieme a Francesco Beni.

 

Giangi Angeloni

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Nel concorso dei migliori alpinisti bergamaschi, ha ricevuto nel 2012 una menzione particolare da parte della Giuria. Il suo compagno abituale di avventura è Daniele Calegari, ma ha compiuto spedizioni importanti anche con Spiranelli. Vanta numerose imprese negli ultimi anni: nel 2000 porta a termine la prima invernale della “Grande Grimpe” sulla parete nord della Presolana. Nel 2006 inizia come chiodatore e apre la sua prima via: “In cammino con Marco e Cornelio”. Ivo Ferrari ne fa la prima ripetizione e la prima solitaria, confermandone la bellezza e la difficoltà. Negli anni seguenti apre altre vie, ma alcune attendono ancora la prima ripetizione.

 

Gianni Tomasoni

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Va ricordato per la chiodatura delle vie “plaisir” sul Pinnacolo di Maslana e in Adamello. Nel 2012 ha aperto la via Gioia nell’Anima in Adamello; nel 2013 è stata la volta de I sogni di Baku, sul Corno Gioia in Adamello, e di Mille splendidi soli, al Coster di Cima Poia. Tutte queste scalate sono state effettuate insieme all’inseparabile Sibilla Bariani.

 

Rosa Morotti

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Vedova di Sergio Dalla Longa, scomparso nel 2007 per una caduta sulla cima del Dhaulagiri, e appassionata di alpinismo quanto il marito. Ha fatto parecchia attività di alpinismo classico ed ha sempre seguito il marito sia sulle Alpi che nelle extra europee. Dopo la sua morte ha comunque portato avanti la passione, completando diverse scalate sul gruppo del Bianco. La sua ultima impresa è stata la ripetizione della nord dell’Eiger sulla via Heckmair, insieme a Tito Arosio.

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