Borgo e Osservatorio

A Maslana, tra stelle e stambecchi

A Maslana, tra stelle e stambecchi
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Foto di Angelo Corna

 

Come ogni anno le nostre montagne si ricoprono del bianco mantello, regalando alle nostre vette l’abito più bello che possono indossare e con l’arrivo dell’inverno possiamo assistere allo spettacolo che ci offre la natura. Il bosco si addormenta in attesa della primavera e la tavolozza di colori a cui siamo abituati lascia il posto a un bianco accecante, che ricopre rocce e arbusti. Se ci spostiamo in alta Val Seriana, a Valbondione, possiamo assistere a una magia che lascia incantati grandi e piccini, ancora più accentuata dall’avanzare della fredda stagione. Si tratta dell’arrivo degli stambecchi, che vista la neve presente in quota si trovano obbligati a scendere a valle alla ricerca di ciuffi d’erba verde.

Il re delle Orobie. Ed ecco che una breve passeggiata in Maslana, stupendo borgo dell'alta Val Seriana, può tramutarsi in un incontro ravvicinato con il celebre ungulato, che ha festeggiato nello scorso 2017 i trent'anni dalla reintroduzione nelle nostre montagne. Per incontrare il re delle Orobie dobbiamo parcheggiare a Valbondione e seguire il segnavia CAI 332, conosciuto come sentiero invernale rifugio Curò. La neve di questo inverno, per la gioia di ciaspolatori e scialpinisti, ci obbligherà all’utilizzo delle ciaspole già poco dopo avere imboccato il sentiero. A ripagarci dalla buffa camminata dettata dalla racchette da neve sarà il bellissimo sentiero nel bosco, e il silenzio ovattato dalla spessa coltre di neve caduta nei giorni precedenti. L’occhio dell’escursionista più attento potrà scorgere lo scoiattolo, l’ermellino e la volpe osservare i nostri movimenti nascosti tra le neve, incuriositi dalla nostra innaturale presenza.

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2 - Il borgo di Maslana
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5 - Stambecchi nel borgo
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9 - Sul sentiero
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Il borgo di Maslana. Dopo circa mezz’ora di cammino raggiungiamo il borgo di Maslana, meta turistica durante la stagione invernale ma borgo dimenticato nel pieno dell’inverno. Muoviamoci in silenzio tra queste case, dove il tempo sembra che si sia fermato, perché spesso dietro il muro di pietra di qualche abitazione si nasconde uno stambecco! Se la fortuna non ci ha assistito non ci dobbiamo preoccupare. Noi continuiamo lungo il sentiero che prosegue a mezzacosta, fino a un secondo gruppo di case in località Piccinella, ancora più belle e caratteristiche. Il sentiero scende leggermente nel bosco fino a sopraggiungere in prossimità di un vecchio ponte medioevale, che attraversiamo. Ma prima fermiamoci un secondo ad osservare il bosco intorno a noi e i suoi suoni, perché ci troviamo in un’angolo di Orobie che non ha nulla da invidiare ai tanto blasonati Veneto e Trentino.

L’Osservatorio di Maslana. Il nostro percorso prosegue nella pace del bosco fino a raggiungere lo spazio sottostante all’Osservatorio, in prossimità del nascituro fiume Serio. Un’ultima breve salita ci separa dalla struttura, costruita sotto ad un grosso masso e in posizione panoramica su tutta la valle circostante. Ci ripaga dalla sforzo una vista mozzafiato, che spazia fino alle poco distanti cascate del Serio, che in questa stagione sono completamente congelate e si sviluppano in lunghe stalattiti di ghiaccio. Dall’Osservatorio si può udire il rumore di queste colonne che, di tanto in tanto, si staccano e irrompono al suolo con un enorme boato. Se ancora non abbiamo visto il celebre ungulato è solo perché serve un un poco di pazienza e di attenzione. Molto probabilmente degli occhi nocciola ci stanno osservando nel bosco di frassini poco distante!

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18 - Osservatorio
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19 - Panorama
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23 - Cascate del Serio
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Il custode dell’Osservatorio. Mirco Bonacorsi gestisce la struttura fin dalla sua costruzione, che risale all’aprile del 2008. «La posizione dove sorge l’Osservatorio è perfetta per osservare gli stambecchi nel loro habitat naturale. In questo periodo si possono già vedere in Maslana, ma non è ancora il momento di massima affluenza. Tra febbraio e marzo, con l’arrivo della primavera, i pendii che risalgono in direzione dl rifugio Curò sono ancora completamente innevati e gli ungulati scendono a quote più basse, alla ricerca di erba più verde. In quei particolari periodi dell’anno raggiungono anche i 50 esemplari e molto spesso possono essere avvistati già dalle prime case di Maslana. In questi giorni è facile avvistare nei pressi dell’Osservatorio anche il camoscio, che nonostante sia molto più schivo rispetto allo stambecco si trova ad affrontare tra gennaio e febbraio la stagione degli amori. Possiamo vederlo con una frequenza più costante ruminare sulle colline circostanti, intento a riposarsi ma comunque guardingo. Alcuni giorni fa sono riuscito ad immortalarlo con un alcuni scatti a circa venti metri di distanza, un’occasione più unica che rara».

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30 - Panoramica
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L’Osservatorio ospita visite guidate per gruppi privati, scolaresche e CAI. «Abbiamo in programma una ciaspolata, neve permettendo, l’11 febbraio. Il 2 aprile, giorno di pasquetta, e il 25 aprile, organizziamo delle escursioni in Osservatorio alla ricerca degli stambecchi, dove durante la giornata verrano proiettate foto e filmati inerenti agli ungulati. Le uscite saranno organizzate in collaborazione con la guida alpina Gian Carlo Morandi, che si occuperà dell’aspetto logistico legato all’escursione. Per ogni uscita di gruppo o escursione ci appoggiamo sempre a professionisti della montagna, guide alpine o accompagnatori». Per informazioni sulle eventuali aperture e prenotazioni è possibile contattare Mirco Bonacorsi al numero 3389999974.

Conclusioni e raccomandazioni. Uno sforzo breve con un dislivello limitato ci permetterà di ammirare non solo un panorama immacolato, posto tra le montagne più belle e alte delle Orobie, ma anche di assistere all’incontro con i veri padroni delle nostre vette e gli altri animali presenti lungo le loro pendici. Un’ambiente perfetto per gli amanti della fotografia naturalista, dove soggetti e luoghi perfetti potranno dare vita a scatti unici. Il percorso fino all’Osservatorio è facile e adatto a tutti, salvo in caso di forti nevicate, al contrario del sentiero invernale che sale al rifugio Curò e che continua a sinistra della struttura, riservato in questo periodo a escursionisti esperti. La gita, per quanto facile, resta un’escursione in ambiente innevato e come tale va affrontata con la giusta preparazione e attrezzatura.

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